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Economia

Quante tasse pagano le imprese italiane

Pressione fiscale al top per le pmi: ogni anno le aziende versano 98 miliardi di euro all'Erario e sono le più tassate in Europa

C’è un fardello sulle spalle delle imprese italiane che le impedisce di correre. E non è l’euro: gli imprenditori italiani pagano molte più tasse dei concorrenti europei, continuando a ricevere servizi di basso livello quantitativo.

La conferma arriva ancora una volta dall’ufficio studi della CGIA di Mestre (qui lo studio): al netto dei contributi previdenziali, le nostre imprese pagano ogni anno 98 miliardi di euro di tasse, portandosi al terzo posto dietro alle aziende tedesche e francesi, che in termini assoluti versano più delle nostre, rispettivamente 131 miliardi e quasi 104 miliardi di euro.

Ma l’associazione degli artigiani veneziana ricorda che in Germania vivono 80 milioni di abitanti e in Francia 66 milioni, rispetto ai 60 milioni di italiani.

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Primi in Europa

Il peso della tassazione sulle imprese italiane è massimo in Europa, se si calcola la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale: l’Italia si piazza al primo posto (14 per cento), davanti all’Olanda (13,1 per cento) e al Belgio (12,2 per cento).

Tra i nostri principali competitor, la Germania registra l’11,8 per cento, la Spagna il 10,8 per cento, la Francia e il Regno Unito il 10,6 per cento. La media Ue, invece, è dell’11,4 per cento.

Anche i dati della Banca Mondiale (Doing Business) provano l’eccessivo peso del Fisco sulle nostre imprese: il totale delle imposte pagate in percentuale sui profitti commerciali in media in Italia da una media imprese (circa 60 dipendenti) è al 64,8 per cento rispetto a una media del 43,6 per cento dell’area euro.

Le imprese italiane, detto altrimenti, scontano un differenziale di oltre 21 punti percentuali. La situazione migliora, di poco, se si analizza la pressione fiscale in percentuale del Pil: in Italia il peso di tasse e contributi previdenziali che ricadono sui contribuenti si attesta al 43,5 per cento rispetto al 39,6 per cento della Germania e al 34,6 per cento della Spagna.

Peggio di noi, tra i principali paesi europei, c’è solo la Francia, dove il peso fiscale rispetto al Pil sale al 47,8 per cento.

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Stop agli aumenti
Come se ne esce? Per la verità, secondo l'Istat le imposte in capo alle aziende diminuiranno nel 2016 dell’11% grazie al taglio del costo del lavoro dall'Irap, al maxi-ammortamento sui nuovi investimenti in beni strumentali e al potenziamento dell'Ace.

Ma le riduzioni riguarderanno soprattutto le imprese medio-grandi, tra 20 e 500 dipendenti. Non certo le imprese medio-piccole.

Per gli artigiani, invece, è necessario che l’esecutivo, in attesa delle riduzioni dell’Ires (da 27,5 al 24 per cento) e dell’Irpef (l’idea è ridurre di un punto la più bassa del 23 per cento per aiutare le famiglie), "attui da subito una moratoria fiscale che sterilizzi qualsiasi aumento di tassazione a livello nazionale e locale" ha sottolineato Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi della CGIA di Mestre. Staremo a vedere.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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