Elezioni 2013: le tasse, la prima sfida del nuovo governo
Economia

Elezioni 2013: le tasse, la prima sfida del nuovo governo

Nel 2013 pressione fiscale record al 45,1%. Ma si può intervenire su Imu, Tares, Irpef e Iva

In queste ore non è assolutamente chiaro chi potrà essere il prossimo presidente del Consiglio e quale maggioranza sarà in grado di sostenerlo. A fronte di questa indeterminatezza però, ci sono invece le questioni su cui il nuovo esecutivo, di qualunque colore esso sia, sarà immediatamente chiamato a intervenire. Tra queste c’è sicuramente il tema delle tasse, che grande rilievo ha avuto anche durante l’accesa campagna elettorale appena conclusasi. L’obiettivo da tutti sottolineato è quello di cercare di frenare la crescita inarrestabile della pressione fiscale che strozza le imprese e ammazza i consumi delle famiglie. Forse sarebbe troppo chiedere un’articolata riforma fiscale, ma intanto però si potrebbe intervenire su una serie di misure già adottate.

Un quadro preoccupante
Un recente studio della Cgia di Mestre, l’associazione veneta che raccoglie piccoli artigiani e imprese, ha stimato che nel 2013 si pagheranno 14,7 miliardi di tasse in più, un aggravio che per ciascuna famiglia sarà di 585 euro. Sempre secondo la Cgia, quest'anno la pressione fiscale, tenuto conto anche degli effetti della legge di stabilità, si attesterà al livello record di 45,1% del Pil, lo 0,4% in più rispetto al dato registrato nel 2012. Numeri che diventano ancora più preoccupanti se si pensa che la pressione fiscale reale, percepita soprattutto da tanti piccoli lavoratori autonomi e piccole imprese, già ora spesso supera abbondantemente il 50%. E il 2013 non promette niente di buono. Ci sarà l'introduzione della Tares insieme all'aumento di un’aliquota dell'Iva già previsto dall’inizio di luglio. Per non parlare del ritocco verso l’alto dell’Imu sui capannoni anch’esso già programmato. A tutto ciò si sommeranno infine gli incrementi delle addizionali Irpef a livello locale.

TASSE, QUANTO PAGHEREMO NEI PROSSIMI ANNI

Imu, una partita aperta
E’ di sicuro la tassa che più di tutte ha fatto infuriare gli italiani. Tra proposte di abolizione o di revisione tutti gli schieramenti durante la campagna elettorale hanno fatto intendere di volerla in un qualche modo rivedere. Di certo al momento c’è solo che da quest’anno gran parte dell’importo finirà nelle casse dei Comuni. E sono stati proprio questi ultimi ad aver aumentato le aliquote base nel 2012, messi anche alle strette dal taglio dei trasferimenti. Per il 2013 si sa che la legge imporrà un limite massimo sull’aliquota della seconda casa allo 0,96%, a fronte dell’1,06% consentito nel 2012. Una piccola consolazione, che però non riguarderà le imprese per le quali invece già si prevedono pesanti aumenti per quanto riguarda i capannoni. L’unico intervento immaginabile in questo contesto da parte di un nuovo esecutivo, sarebbe l’allargamento della fascia di esenzione sulla prima abitazione, ma bisognerà trovare comunque un’adeguata copertura. Quest’anno intanto proprio sulla prima casa in media le famiglie hanno pagato 225 euro a testa.

IMU, ECCO DOVE SI E' PAGATO DI PIU'

Tares, l’incognita del 2013
La nuova tassa sulla spazzatura, che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, rappresenta il vero oggetto misterioso del 2013. Quello che purtroppo si sa per certo è che peserà sulle famiglie in maniera anche maggiore rispetto all’Imu. Alcune stime dell’ufficio studi della Uil parlano di circa 350 euro a famiglia, con un aggravio di 80 euro rispetto all’anno scorso. Oltre all’immondizia  infatti i sindaci da questa imposta dovranno trarre i fondi anche per la gestione dell’illuminazione pubblica, delle strade e di tutta una serie di altri servizi. Ancora tutti da definire nel dettaglio i criteri con cui si dovrà procedere a stabilire, a livello locale, le cifre che si dovranno versare. Su questo fronte forse il nuovo governo potrebbe intervenire, fissando paletti minimi come già fatto per l’Imu.

COME FUNZIONA LA NUOVA TASSA SUI RIFIUTI

Irpef, una partita di giro tra governo e Comuni
Anche sull’Irpef si discute da tempo di un possibile suo contenimento. Il governo Monti era arrivato addirittura a un passo dal rivedere le aliquote, prima di sospendere precipitosamente il tutto. In realtà da tempo a livello centrale si discute di una possibile riduzione del carico fiscale sulle persone fisiche e il prossimo governo potrebbe finalmente decidere in questo senso. Intanto però le uniche certezze riguardano le addizionali Irpef a livello locale che, come tutte le tasse di competenza dei Comuni, subiranno un aumento. Anche qui ad incidere sono le pesanti esigenze di cassa delle amministrazioni locali messe a dura prova dai già citati tagli dei trasferimenti.

Iva, colpo di grazia ai consumi?
Dopo gli aumenti registrati nel 2012, anche per l’anno in corso l’imposta indiretta per eccellenza, ossia l’Iva, dovrebbe crescere. Un aumento infatti è stato già programmato a partire dal primo luglio, quando l’aliquota ora al 21% salirà al 22%. Un aumento che molti preconizzano come una sorta di colpo di grazia ai consumi nazionali. E’ per questo che da più parti si è chiesto di intervenire per scongiurare questo aumento, che tra l’altro come sappiamo colpisce in maniera trasversale tutti i ceti sociali. Anche questa dunque sarà una patata bollente sulla quale il nuovo governo potrebbe essere chiamato a mettere le mani.

MA QUANTE TASSE PAGHIAMO DAVVERO?

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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