Partite Iva, ecco chi beneficia delle ultime novità
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Partite Iva, ecco chi beneficia delle ultime novità

Con il Milleproroghe arriva lo stop alle aliquote della Gestione separata Inps e la proroga del vecchio regime dei minimi


Avevano promesso un intervento il più rapido possibile e si può dire che sono stati di parola. Tanto il premier Matteo Renzi che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, avevano infatti più volte annunciato che avrebbero apportato modifiche alle normative che regolano il mondo delle partite Iva, e il momento ora sembra essere arrivato. Senza attendere la delega fiscale, che inevitabilmente avrebbe comportato tempi finali di approvazione più lunghi, il governo ha deciso di inserire nel decreto Milleproroghe, su cui dovrebbe scattare nelle prossime ore il voto di fiducia, un paio di misure molto attese da tutto il mondo del lavoro autonomo.

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Grazie anche all’impegno diretto del vice-ministro dell’Economia Enrico Zanetti, è stata innanzitutto trovata una soluzione, seppur transitoria, al problema del nuovo regime dei minimi. Nei mesi scorsi infatti, a causa della nuova disciplina che avrebbe dovuto scattare per questo tipo di fiscalità di vantaggio e che risultava meno favorevole del passato, c’era stata una vera e propria corsa all’apertura di partite Iva con il vecchio regime. La nuova legge infatti prevedeva una deroga per tutti quelli che avevano aderito al vecchio regime dei minimi entro il 31 dicembre del 2014. E così, nell’ultimo mese dell’anno appena concluso, c’è stato un vero e proprio boom di nuove posizioni che sono cresciute ben del 200%. Ora come detto è stata adottata una nuova soluzione: il vecchio regime dei minimi resterà in vigore per tutto il 2015.

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Dunque ci sarà tutto il tempo per aprire nuove eventuali posizioni e per prepararsi al cambio di regole che scatteranno dall’anno prossimo. Ricordiamo che le più significative prevedevano per il vecchio regime un’imposta unica sostitutiva al 5%, che con il nuovo regime passerà al 15%, e un tetto massimo di reddito lordo pari a 30mila euro, che con il nuovo regime invece scende di molto e diventa diverso a seconda dell’attività svolta. Ma le buone notizie non finiscono qui. Con un altro emendamento sempre al decreto Milleproroghe, è stata infatti stoppato per il secondo anno consecutivo l’aumento della contribuzione previdenziale delle partite Iva che aderiscono alla Gestione separata dell’Inps.

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Anche per quest’anno dunque, tutti quei lavoratori autonomi che non sono iscritti a nessun ordine professionale con cassa previdenziale autonoma, verseranno i contributi previdenziali all’Inps con una aliquota pari al 27% a cui si aggiunge lo 0,72% di contributo maternità. La legge Fornero che regolava questa materia, prevedeva invece che tale quota dovesse salire già l’anno scorso, e quest’anno dovesse arrivare addirittura al livello del 30,72%. Tante sono state in questo senso le proteste dei circa 1,3 milioni di lavoratori autonomi che aderiscono alla Gestione separata Inps, proteste che, come detto, alla fine hanno fruttato l’intervento calmierante del governo. Si tratta però di una norma transitoria, perché in ogni caso, dal prossimo anno gli aumenti previsti dovrebbero scattare regolarmente. A meno che, anche nel 2016 non ci sia un nuovo intervento in extremis dell’esecutivo.

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