Irpef: perché si rischia la stangata nel 2015
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Economia

Irpef: perché si rischia la stangata nel 2015

Il governo per mantenere il bonus di 80 euro è pronto a tagliare i trasferimenti a Regioni e Comuni, spianando la strada agli aumenti delle addizionali

Il paradosso dell'Irpef

È il paradosso della legge di Stabilità targata Renzi: da una parte, il premier vuole lasciare il taglio dell'Irpef a sostegno dei redditi dei lavoratori, i famosi 80 euro in busta paga, per i quali saranno necessari 9 - 10 miliardi di euro.

Dall'altra, proprio per trovare le risorse che serviranno a garantire il bonus fiscale e il taglio dell'Irap, lo stesso governo, tra le altre misure, intende ridurre i trasferimenti dello Stato agli enti locali (circa 8 miliardi), che spianerà la strada ad aumenti da parte di Regioni e Comuni, con conseguenze secondo il Cnel "contraddittorie rispetto al dichiarato obiettivo di incrementare il reddito disponibile delle famiglie". Di seguito vi spieghiamo il perché.

L'allarme della Corte dei conti

Intervenuta lunedì nel corso dell'audizione nelle comissioni Bilancio di Camera e Senato, la Corte dei Conti ha sottolineato che Regioni ed enti locali saranno "indotti a compensare l'ulteriore riduzione dei trasferimenti recata dalla legge di stabilità con un aumento dell'imposizione decentrata".

Un fenomeno, perlatro, già in atto da diversi anni. "Nel corso dell'ultimo decennio - spiegano i magistrati contabili - le addizionali Irpef sono aumentate in misura significativa, sia quanto a gettito complessivo, quasi raddoppiato, fino a 15 miliardi nel 2013, sia quanto ad aliquote: l'incidenza effettiva sul reddito medio dichiarato è passata dall'1,4% all'1,7%, con punte del 2,6% nelle regioni sottoposte a piano di rientro".

E la crescita potrebbe subire un'accelerazione il prossimo anno, "quando sarà possibile completare il percorso di aumento dell'addizionale regionale aumentando l'aliquota di un punto".

Portafogli sempre più vuoti

Ma di quanto aumenteranno le addizionali comunali e regionali? Secondo i calcoli della CGIA di Mestre, nel quinquennio 2010 - 2015 per un impiegato l'incremento sarà del 36%, per un quadro del 38% e per un dirigente del 41%.

Non solo. In alcuni casi il loro peso economico è superiore a quello di Tari e Tasi messe assieme: se in una abitazione principale media tra Tasi e Tari una famiglia di 3 persone nel 2014 paga al Comune di residenza attorno ai 500 euro, considerando l’addizionale comunale e quella regionale, invece, un impiegato quest’anno versa 732 euro, un lavoratore autonomo 924 euro, un quadro 1.405 euro e un dirigente 3.583 euro.

Solo nel caso dell’operaio la situazione si capovolge: le addizionali si attestano sui 430 euro, contro i 500 euro circa che verserà quest’anno di Tasi più Tari. "Risultato? Gli italiani si sono ritrovati con i portafogli più leggeri", ha concluso il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi. Altro che 80 euro.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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