Imu, i Caf lanciano l'allarme
Economia

Imu, i Caf lanciano l'allarme

Ecco perché i centri di assistenza fiscale chiedono il rinvio del pagamento della tassa. Ma il ministro Vittorio Grilli ha già detto il suo no

I Caf chiamano, ma il ministro Vittorio Grilli risponde picche. Sembra essersi risolto nel nulla infatti l’appello lanciato nelle ultime ore da parte dei Centri di assistenza fiscale per l’allungamento dei termini del pagamento a dicembre dell’ultima rata dell’Imu. “Le scadenze sono quelle previste e restano quelle”. Così ha replicato seccamente il numero uno del ministero dell’Economia nel corso di una visita all’Aquila per l'inaugurazione del locale ufficio dell'Agenzia delle Entrate. Resta dunque fissata al 17 dicembre la scadenza per il saldo dell’imposta locale sugli immobili, con buona pace, almeno per il momento, dei Caf che, come detto, avevano invece rilevato una serie di problematicità nel rispettare tale termine.

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Tutto nasce dall’incomprensibile ritardo con cui moltissimi capoluoghi di provincia stanno determinando il valore definitivo delle aliquote. Si è aperta infatti una vera e propria corsa all’aumento delle aliquote base decise dal governo, causata soprattutto dai tagli ai trasferimenti che stanno mettendo in crisi la definizione dei bilanci di moltissime amministrazioni locali. Tanto che anche Comuni che avevano già deciso le proprie aliquote, potendo contare su un termine ultimo fissato al 31 ottobre, hanno deciso all’ultimo minuto di rimettere mano ai numeri. È il caso ad esempio di Reggio Calabria, di Foggia, di Frosinone, di Caltanisetta, e di un’altra decina di capoluoghi di provincia.

Un vero e proprio caos che a cascata si  ripercuoterà su quelle che sono le procedure che appunto i Caf dovranno seguire per far pagare in maniera corretta l’Imu ai cittadini. Entro il 30 novembre prossimo infatti dovranno essere presentate le dichiarazioni definitive. “Insomma – fa notare Valeriano Canepari, presidente della Consulta dei Caf - poco più di un mese per reperire migliaia di delibere, di regolamenti e di capitolati esterni e inserire le aliquote nelle procedure di calcolo dopo aver superato le molteplici problematiche interpretative in merito alla loro applicazione, problematiche che, peraltro, sono state già sottoposte al Ministero in diverse occasioni senza alcun riscontro”.

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Il tutto, come si vede, tenendo conto appunto del fatto che molti sindaci dovranno prima decidere in via definitiva le aliquote da applicare e poi procedere agli atti legislativi che renderanno ufficiali le decisioni. Basti pensare che al momento, su 8.000 Comuni, secondo i dati dei Caf, solo 1.500 hanno chiarito fino in fondo tutti i dettagli necessari a compilare in maniera corretta la fatidica dichiarazione dell’Imu. Il rischio reale dunque è che, correndo in maniera disperata dietro scadenze troppo ravvicinate, si possano commettere errori che ovviamente penalizzeranno i contribuenti. D’altronde in poche settimane i Caf dovranno lavorare una mole mastodontica di dichiarazioni, stimabili in circa dieci milioni.

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Da qui la richiesta di rimandare il termine del 17 dicembre per evitare di rimanere stritolati in una morsa infernale, come detto, a tutto discapito di cittadini che potrebbero ritrovarsi ad effettuare versamenti scorretti. Per il momento però il ministro Grilli pare non voglia proprio sentirci da questo orecchio. Non è detto però che l’allarme dei Caf non trovi maggiori attenzioni a livello parlamentare e che adeguate pressioni politiche, che hanno già fatto vedere i propri effetti sulla legge di stabilità , non possano portare a più miti consigli il governo.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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