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Economia

Francia, ecco come si tagliano le tasse

Il nuovo governo scelto dal presidente Macron annuncia per imprese e famiglie riduzioni di imposte per 11 miliardi di euro

I proclami di austerity della Commissione europea e tutti i richiami a mantenere i conti pubblici in ordine, non frenano il nuovo governo francese, guidato dal premier Edouard Philippe scelto dal neo presidente della Repubblica Emmanuel Macron, a lanciare un piano di riduzione delle tasse del valore di 11 miliardi di euro. Una vera e propria terapia d’urto, come l’ha definita lo stesso Philippe, per rilanciare la crescita e ridare fiducia al sistema Paese. E questo, come accennato, nonostante da Bruxelles non passi giorno senza che i Paesi dell’Unione vengano richiamati al rispetto dei famigerati parametri di Maastricht, che per tanti governi europei ormai, spesso rappresentano una vera palla al piede.

A cominciare dall’Italia che ha ingaggiato da tempo una sfida con la Commissione europea per ottenere un allentamento dei vincoli comunitari. Ora a provarci è la Francia, il cui premier Philippe promette comunque di rispettare quantomeno il famoso rapporto del tre per cento tra deficit e Pil. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le misure più importanti di questo significativo taglio di imposte lanciato Oltralpe e che, chissà, potrebbe essere da esempio anche per altri Paesi.

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I tagli annunciati
Cominciamo con il dire che l'alleggerimento fiscale previsto per l'anno prossimo dal governo di Parigi  equivale allo 0,6% del Pil. Tra i tagli previsti ci sono quelli della tassa sulla casa, per un totale di 3 miliardi, e  dell'imposta patrimoniale Isf di altri 3 miliardi di euro. A questo proposito, l'obiettivo di Philippe è sostituire l'Isf con una tassa sul patrimonio immobiliare (Ifi), in modo che i beni non immobiliari non vengano tassati. Nel piano si aggiunge poi l'attuazione, dall'anno prossimo, di una flat tax unica al 30% sui risparmi delle famiglie con un taglio da 1,5 miliardi. Previsto infine un alleggerimento progressivo dell'imposta sul reddito delle società, che sarà portata al 25% entro il 2022.

I parametri Ue da rispettare
Ovviamente una tale drastica riduzione delle imposte, non potrà essere finanziata, innanzitutto, se non con una più oculata gestione della spesa pubblica. Per il 2018 sono previsti infatti risparmi per 20 miliardi con l'obiettivo di contenere il debito pubblico nazionale e portarlo ad un livello definito da Philippe meno insostenibile. In questo modo, promette il premier francese, il Paese rispetterà i citati impegni Ue di rientrare sotto la soglia del 3% entro l'anno prossimo. Il governo d’Oltralpe punta infatti a un deficit al 2,7% del Pil, appoggiandosi tra l’altro su una crescita dell'1,6% quest'anno e dell’1,7% l'anno prossimo. C’è da notare però che per anni, i vari esecutivi che si sono succeduti in Francia, hanno promesso di rispettare i parametri di Maastricht ma finora nessuno lo ha fatto davvero. E chissà che Philippe non ci riesca, magari ottenendo anche l’annunciato taglio delle tasse.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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