Falsi poveri: chi sono e cosa rischiano
Stefano Scarpiello Imagoeconomic / Imagoeconomica
Economia

Falsi poveri: chi sono e cosa rischiano

Secondo il Lef ogni anno 2 miliardi di euro finiscono in tasca ai "furbetti" dell'Isee che rischiano sanzioni pesantissime fino a 25.000 euro

La raffica di maximulte a tre zeri recapitate giorni fa a chi ha percepito bonus per gli asili nido pur non avendone diritto riaccende i riflettori sul fenomeno dei cosiddetti "falsi poveri".

La Guardia di Finanza nel 2013 ne ha individuati 9.404; di questi 3.435 hanno ricevuto un verbale.

Ma chi sono i falsi poveri? Le fiamme gialle li definiscono così: coloro che "hanno irregolarmente ottenuto i benefici delle prestazioni sociali agevolate a sostegno dei meno abbienti", e cioè l’accesso ad asili nido e altri servizi per l'infanzia, la riduzione del costo delle mense scolastiche, buoni libro per studenti e borse di studio, servizi socio - sanitari domiciliari e agevolazioni per servizi di pubblica utilità, luce, gas o trasporti.

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Chi sono
Scorrendo i comunicati stampa della Guardia di Finanza degli ultimi due anni, l'occhio cade su un falso povero della provincia di Belluno, che lo scorso anno si recò a presentare la dichiarazione Isee a bordo del suo Suv, o sulla studentessa "smemorata" della Sapienza, con padre proprietario di una Ferrari e immobili di valore, che aveva autocertificato un reddito di appena 19.000 euro.

Diverse amministrazioni comunali, inoltre, segnalano l'aumento di dichiarazioni anomale: genitori separati per finta, che presentano un solo reddito, anche se vivono sotto lo stesso tetto, per poter poi pagare il minimo sulla retta di asili nido; o coppie che dichiarano redditi palesemente inferiori a quelli reali.

Il comune di Genova (oltre 600 mila abitanti), ad esempio, ha riscontrato irregolarità sulle dichiarazioni Isee delle famiglie nel 52% dei casi analizzati negli asili nido e nel 20% delle scuole dell’infanzia.

Per capire la quantità di "furbetti" in circolazione, basterebbe leggere poi un'indagine dello scorso anno condotta dalle fiamme gialle sulle tre università pubbliche di Roma, dove l'83,7 % dei 196.000 studenti iscritti nel 2013 aveva presentato la dichiarazione Isee per ottenere la borsa di studio o usufruire dei bonus mensa o libri.

A seguito dei controlli il 63% delle posizioni verificate risultavano irregolari.

Non solo. Secondo il Lef,l’Associazione per la legalità e l’equità fiscale, che su questi argomenti ha presentato di recente una ricerca al Cnel, l'evasione sull'Isee interessa circa il 20% dei 10 miliardi di euro distribuiti ogni anno: ciò significa che nelle tasche dei furbetti finiscono circa 2 miliardi di euro di benefici l’anno.

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Gli italiani sono, quindi, un popolo di falsi poveri? Andiamoci piano.

Un contribuente, allegando il suo verbale da 6.978 euro e dichiarandosi complessivamente in buona fede, ha scritto all'AdnKronos denunciando l'estrema pesantezza della sanzione rispetto alla violazione commessa: "Devo pagare 7.000 euro per un errore del Caf, che non ha conteggiato tutte le voci di reddito che dovevano essere conteggiate. Io ho prodotto tutti i documenti che mi hanno chiesto e ora non so come fare".

Già, le sanzioni. Possono andare da un minimo di 5.164 euro a un massimo di 25.822 euro, ma non possono essere superiori al triplo del beneficio consentito e scattano solo se le somme indebitamente percepite sono inferiori a 3.999,96 euro (sopra si finisce nel penale).

In sostanza, si fa la differenza tra l'importo da versare e quello effettivamente versato e si moltiplica per tre. Quindi se si sono pagate 1.000 in meno rispetto a quanto dovuto, la sanzione ammonta a 3.000 euro.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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