Equitalia, tutte le novità sulla riscossione delle imposte
Economia

Equitalia, tutte le novità sulla riscossione delle imposte

Le ultime novità del decreto del fare: il contribuente può vendere da solo un immobile pignorato, oppure farlo stimare da un esperto nominato da un giudice

E’ noto che i decreti, una volta emanati diventano esecutivi in tempi rapidissimi. Essendo però tecnicamente strumenti da utilizzare dal governo per le cosiddette emergenze, hanno un tempo di scadenza molto ravvicinato. Purtroppo, da anni ormai, è entrata nella nostra prassi istituzionale l’abitudine di legiferare proprio tramite decreto. Affinché però le norme di un decreto diventino effettive è necessario che esso venga tramutato in legge dal Parlamento. E’ in questa fase che generalmente deputati e senatori ne approfittano per apportare modifiche al testo originario licenziato dal governo. E’ quello che in parte sta accadendo in questi giorni con il cosiddetto decreto del Fare.

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In esso, tra le altre cose, erano contenute una serie di misure che in parte hanno cercato di ridimensionare il potere che Equitalia esercitava in maniera spesso indiscriminata su molti contribuenti morosi. D’altronde era stata la stessa Equitalia a rendersi conto che effettivamente certe pratiche, a maggior ragione in un periodo di crisi come quello attuale, potevano apparire del tutto inopportune, e aveva autonomamente provveduto ad auto emendarsi. Da qui una serie di novità riguardati ad esempio la possibilità di rateizzare i pagamenti arretrati, oppure l’aumento delle somme che fanno scattare il pignoramento dei beni, o ancora, per le imprese, la possibilità, ridotta di molto, di espropriare i cosiddetti beni strumentali, ossia i macchinari con cui si effettua la produzione.

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Nel corso dei vari passaggi parlamentari però, sono state introdotte altre misure che, se a prima vista possono apparire insignificanti, in realtà rappresentano un’importante boccata d’ossigeno per quei contribuenti che finiscono per avere il fiato di Equitalia sul collo. Vediamo allora di seguito alcune delle ultime novità, in tema di riscossione, introdotte proprio nel decreto del Fare che a breve, bagarre parlamentari permettendo, dovrebbe essere definitivamente approvato.

-Disciplina della vendita del bene pignorato: invertendo una prassi che finora concedeva questa facoltà alla sola Equitalia, al contribuente sarà consentito d’ora in poi di vendere in prima persona il bene pignorato. L’unico paletto posto dal legislatore è che il prezzo di vendita non dovrà essere inferiore a quello stabilito fino a 5 giorni prima della data fissata per il primo incanto;

-Nuove norme per il pignoramento di crediti verso terzi: sono le misure che si applicano nel caso un contribuente abbia un credito verso un altro soggetto, ed Equitalia decida di rifarsi di un suo debito direttamente verso questo soggetto. Ebbene, il Parlamento ha deciso di estendere da 15 a 60 giorni, il periodo di tempo oltre il quale l’agente della riscossione impartisce l’ordine al terzo di pagare direttamente all’agente le somme spettanti al contribuente debitore;

-Opportunità di nominare uno stimatore: il contribuente debitore a cui Equitalia, o un qualsiasi altro agente di riscossione, abbia pignorato un immobile, può chiedere al giudice dell’esecuzione di nominare un esperto per la valutazione economica del bene in questione. Questo potrà avvenire nel caso in cui il contribuente debitore ritenga che il prezzo base fissato per l’asta sia inadeguato al valore di mercato dell'immobile pignorato.

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Queste novità ovviamente si vanno ad aggiungere alle norme già note da tempo e che, tra le altre, permettono ad esempio l’incremento del numero di rate fino a 120 nel caso di “comprovata e grave difficoltà legata alla congiuntura economica”. Oppure, la più sopra citata pignorabilità dei beni strumentali limitata solo a un quinto del loro valore. E ancora, l’innalzamento da 20.000 a 120.000 euro dell’importo di debito minimo per procedere all’espropriazione di un immobile.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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