Equitalia, i Comuni e i cittadini potrebbero rimpiangerla
Economia

Equitalia, i Comuni e i cittadini potrebbero rimpiangerla

In molti Comuni non esiste più un ente di riscossione e dove invece c’è, l’aggio può raggiungere livelli altissimi

E alla fine sindaci e cittadini potrebbero incredibilmente ritrovarsi, per motivi diversi, a rimpiangere Equitalia. Potremmo cioè trovarci di fronte a una vera e propria  rivincita per l’ente di riscossione che negli ultimi tempi ha accumulato le accuse più disparate a causa dei metodi, ritenuti troppo aggressivi, utilizzati per recuperare i crediti della pubblica amministrazione. Eppure potrebbe andare proprio così ora che l’attività di riscossione nei Comuni da parte di Equitalia è destinata ad interrompersi, con conseguenze gravi, come vedremo, tanto per le casse dei sindaci che per i bilanci dei contribuenti.

Comuni, impreparati all’addio e riscossione multe a rischio
Una norma approvata circa un anno fa stabiliva che per il 30 giugno di quest’anno Equitalia avrebbe abbandonato la riscossione dei tributi e delle multe arretrate nei Comuni. Una decisione che all’inizio è stata salutata con grande sollievo e soddisfazione da parte di migliaia di sindaci che vedevano spesso la propria stella politica appannata proprio dall’azione aggressiva di recupero messa in atto da Equitalia. Ad essere sinceri però, anche la stessa Equitalia attendeva con ansia una tale decisione, visto che in termini economici la riscossione a livello locale, costituita perlopiù da imposte di scarso valore e da piccole multe, cominciava a diventare antieconomica. Tutto bene dunque? Neanche per sogno.

EQUITALIA, C'E' CHI DICE NO

A pochi giorni infatti dall’addio programmato di Equitalia, solo circa 2.000 Comuni su 8.000 hanno provveduto a identificare un nuovo soggetto, cioè una nuova società di riscossione, che possa sostituire Equitalia stessa. Il risultato è che migliaia di Comuni rischiano di non riuscire a recuperare crediti arretrati per svariati milioni di euro. E proprio per mettere una pezza a questa situazione il governo ha deciso allora di prorogare fino al 31 dicembre di quest’anno l’obbligo all’attività di Equitalia nei Comuni che ancora non hanno trovato una soluzione alternativa. Il tutto, come facilmente comprensibile, con grande soddisfazione di migliaia di sindaci felici di poter riavere Equitalia al proprio servizio. Ma i problemi purtroppo non sono finiti. Nel decreto in questione infatti si specifica che Equitalia debba proseguire la sua attività solo per quanto concerne il recupero di imposte inevase e non per le multe. La conseguenza quindi è che, nonostante Equitalia continui ad operare, migliaia di Comuni potrebbero ritrovarsi senza gli introiti delle contravvenzioni. Una situazione che costringerà il governo a emanare un nuovo decreto che sani questa situazione. Anche perché le casse di molti Comuni sono già in rosso, e questi mancati introiti potrebbero rappresentare un vero e proprio colpo di grazia.

TASSE, ECCO QUANTO PAGHEREMO NEI PROSSIMI TRE ANNI

Contribuenti: aggio triplicato
Ma se i sindaci piangono per l’addio di Equitalia, paradossalmente anche i cittadini hanno poco da ridere. In molti dei 2.000 Comuni in cui infatti è stata già ingaggiata una nuova società di riscossione si sta verificando un fenomeno quanto mai temibile. L’ente di riscossione infatti, tra le voci che conteggia a carico del contribuente quando effettua il recupero di un credito, oltre a interessi, sanzioni e altro, mette in conto anche il cosiddetto aggio. E’ in pratica la percentuale che va alla società stessa per lo svolgimento del lavoro. Nel caso di Equitalia si trattava di una percentuale del 9% che da qualche tempo era stata portata all’8%. Ebbene, in molti dei Comuni sopra citati, ora si arriva a percentuali medie di aggio del 20% con punte incredibili anche superiori al 30%. Una situazione che dunque ha condotto molti contribuenti a rimpiangere la vecchia Equitalia.

EQUITALIA, PRESTO NUOVE REGOLE PER LA RISCOSSIONE

Insomma una situazione di caos, alla quale con il tempo, anche con l’aiuto del governo, bisognerà porre rimedio. Di mezzo infatti c’è la salute dei conti di migliaia di Comuni che presto potrebbero ritrovarsi a non poter fornire più servizi essenziali ai propri cittadini.

I più letti

avatar-icon

Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

Read More