Redditometro: cosa fare se arriva la lettera del Fisco
Economia

Redditometro: cosa fare se arriva la lettera del Fisco

La riceveranno 100.000 contribuenti, ma solo 25.000 rischiano grosso. Nel mirino dell'Agenzia delle entrate le spese incongrue con la dichiarazione dei redditi 2013

Il Fisco sta per inviare 100.000 lettere. E altrettanti italiani rischiano di vedersi rovinare ferie e Ferragosto con il timore di essere multati.

L'Agenzia delle entrate vuole sapere se le spese sostenute due anni fa sono congrue con i redditi dichiarati lo scorso anno.

Basta una forbice pari al 20% tra quanto dichiarato e quanto si è speso in realtà per far scattare l'allarme. Ma attenzione: di lettere, ce ne sono di due tipi.

La prima (sarà spedita a 75.000 contribuenti) è tecnicamente un avviso bonario con cui l'Agenzia delle entrate, sulla base dei dati in suo possesso, chiede al contribuente di fare luce sulla fonte dei soldi necessari a sostenere spese che difficilmente avrebbe potuto coprire, stando alla dichiarazione dei redditi 2013.
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Il Fisco, per non alimentare allarmismi, ha precisato, inoltre, che la soglia di tolleranza è stata in molti casi maggiore del 20%: in sostanza, molti dei 75.000 casi segnalati riguardano casi rilevanti, anche se la missiva rimane lo stesso "a puro scopo informativo".

Sarà, vien da pensare. Comunque, chi la riceve, ha tempo fino al 30 settembre per inserire i correttivi nella denuncia dei redditi 2013 utilizzando il modello per il ravvedimento operoso e pagando un importo fisso di 32 euro, più una sanzione del 3,75% sulla maggiore imposta da pagare: solo così si evita di attivare il redditometro, strumento infernale in grado di passare ai raggi x la vita di un contribuente (ossia tutte le sue entrate e uscite).

È il rischio che corrono nelle prossime settimane altri 25.000 italiani che riceveranno invece una lettera diversa, con cui il Fisco li obbliga a chiarire la propria posizione pena l'avvio dell'accertamento. Se la prima, insomma, suona come un avviso; la seconda è una vera e propria minaccia.

Prima di attivarsi, però, se si riceve la prima lettera, è bene controllare se l'incogruenza è frutto di un errore di calcolo o se effettiva.

Nel primo caso, si può contattare l'Agenzia delle entrate (tramite mail o via telefono), qualora l'errore sia di lieve entità e facilmente risolvibile o magari per ricevere ulteriori chiarimenti riguardo la propria posizione.

Nel secondo caso (in pratica si ammette l'errore), si può procedere direttamente con il ravvedimento operoso.

Ci sarebbe, segnalano gli esperti in materia, una terza via: ignorare la prima lettera, aspettando che il fisco faccia una nuova richiesta: è la temuta seconda lettera (di cui sopra), alla quale però sarà obbligatorio rispondere per non passare guai ben più seri. Meglio non rischiare.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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