Benzina, disagi a Natale mentre il Fisco festeggia
Economia

Benzina, disagi a Natale mentre il Fisco festeggia

Per gli automobilisti niente pagamenti con carte di credito. Allo Stato invece entrate record con le accise

Come accade spesso nel nostro Paese, non basta certo uno sciopero a risolvere i problemi di un settore. E quindi tocca registrare, senza grande sorpresa, che l’agitazione dei benzinai, dopo la serrata delle pompe di qualche giorno fa , continua e nuove forme di proteste si materializzano all’orizzonte. D’altronde lo scenario in cui i gestori di stazioni di servizio si trovano ad operare diventa giorno dopo giorno più fosco. Basti pensare che per il mese di novembre tocca registrare in Italia un nuovo calo del 12,4% dei consumi di benzina e gasolio da autotrazione. Cifre che si inseriscono in un trend particolarmente negativo che dall’inizio dell’anno fa segnare complessivamente un crollo delle vendite dell’ordine del 10,2%.

In queste condizioni i benzinai chiedono un allentamento della stretta a cui sono obbligati da una parte dal fisco e dall’altra dalle compagnie petrolifere. Per divincolarsi sono in programma due iniziative di protesta, che fanno seguito al citato sciopero. Intanto da qui al prossimo 22 dicembre è stato indetto un “No rid day”, ossia il rifiuto di pagare alle compagnie una fornitura di carburante. Poi, tra Natale e Capodanno, a carico degli automobilisti dovrebbe scattare il blocco dei pagamenti con carte di credito e bancomat, un’iniziativa per protestare contro le commissioni volute dalle banche e considerate esose dai benzinai.

Tutti scontenti allora? No, qualcuno che ride c’è ed è il fisco italiano , che in tutta questa vicenda sta facendo incassi sbalorditivi.

E sì perché nonostante il calo dei consumi, la spesa complessiva per carburanti, secondo i dati forniti dal Centro studi Promotor è aumentata del 6%, arrivando in valore assoluto a toccare quota 62 miliardi di euro. Un vero e paradossale exploit dovuto a quanto pare esclusivamente al carico fiscale imposto su benzina e gasolio. Grazie all’aggravio delle accise, sette delle quali introdotte solo nell’ultimo anno e mezzo , le entrare dell’Erario sono arrivate infatti a quota 33,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del 14,5%. Musica di tutt’altro tenore rispetto a benzinai e compagnie petrolifere che invece fanno segnare con i loro 28,4 miliardi di incassi un calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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