730 precompilato, le detrazioni che non si recuperano
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730 precompilato, le detrazioni che non si recuperano

Chi accetta di non modificare la dichiarazione ricevuta a casa ottiene una sorta di immunità fiscale, ma perde una serie di deduzioni

Continuano le polemiche e le discussioni intorno al 730 precompilato, una vicenda che ogni giorno si arricchisce di nuovi particolari che in effetti in alcuni casi lasciano decisamente perplessi. È il caso dell’ultima querelle in ordine di tempo che si è aperta intorno alle detrazioni di alcune spese. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come stanno le cose. Ogni anno milioni di italiani, grazie alla dichiarazione dei redditi, portano in detrazione, o scaricano dalle tasse come si dice in maniera più esplicita, una serie di costi sostenuti durante l’anno precedente. Stiamo parlando di una voce che nel computo complessivo delle dichiarazioni pesa per circa 50 miliardi di euro, quindi non proprio bruscolini.

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L’introduzione del nuovo 730 precompilato crea però un problema. Non tutte le spese che attualmente sono deducibili, saranno infatti ricomprese nella dichiarazione che riceveranno a casa circa 20 milioni di italiani. Per problemi tecnico-burocratici infatti, i dati su molti di questi costi non possono ancora giungere in automatico ai cervelloni elettronici del fisco. Si tratta di una lacuna già nota e che nel corso dei prossimi due anni dovrebbe essere risolta grazie ad una integrazione telematica sempre più efficiente tra le diverse anime dell’amministrazione  pubblica. Per il momento però bisogna prendere atto che una serie di spese attualmente deducibili rimarranno escluse dalla dichiarazione precompilata.

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E stiamo parlando di voci non da poco, come ad esempio le spese sanitarie e veterinarie, quelle per l’istruzione e gli asili nido, i contributi previdenziali per colf e badanti, le donazioni a società ed associazioni sportive dilettantistiche e di promozione sociale, quelle a favore delle Onlus, le donazioni per attività culturali, artistiche e dello spettacolo, nonché i canoni di locazione per gli studenti fuori sede e i pagamenti alle agenzie immobiliari. Si tratta dunque di un numero consistente di voci di spesa che resterebbe escluso dalla procedura di scarico. Una soluzione però c’è ed è anche molto semplice: una volta ricevuto il 730 precompilato, il contribuente infatti ha sempre la facoltà di integrarlo con altre voci, e quindi in teoria la questione non si porrebbe neanche.

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In realtà invece un problema molto pratico si pone, e non è da poco: l’Agenzia delle entrate ha infatti comunicato che i cittadini che accetteranno di non toccare il 730 precompilato ricevuto, cioè che non apporteranno nessun tipo di modifica, otterranno in beneficio una sorta di immunità fiscale, che a priori eviterà qualsiasi sanzione in caso di errore di compilazione o di omessa comunicazione. Quelli che invece decideranno di intervenire sulla dichiarazione perderanno d’ufficio questo diritto e potrebbero dunque essere soggetti a ispezione o indagine nel caso si evidenziassero degli errori.

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Per molti contribuenti si porrà dunque il dilemma se inserire le spese deducibili sopra citate e che non sarebbero altrimenti conteggiate dal fisco, oppure se perdere il beneficio fiscale di queste detrazioni, a favore di una sorta di pax fiscale che eviterà loro qualsiasi tipo di controllo futuro. Per molti contribuenti, come detto, sarà una scelta difficile, per il fisco invece potrebbe diventare un piccolo grande affare, visto che è stato calcolato che mediamente verrebbero a mancare richieste di detrazioni per circa 200-300 euro a famiglia. Se si pensa che la potenziale platea che potrebbe rinunciare a queste agevolazioni è, come già ricordato, di circa 20 milioni di contribuenti, si capisce bene che le cifre in ballo che potrebbero essere risparmiate dal fisco diventerebbero davvero consistenti.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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