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Economia

Chi è Tableau, la regina dei dati che vale 3,8 miliardi di dollari

L’azienda di Seattle ha costruito un impero puntando sull’estetica delle visualizzazioni

“Nessuno avrebbe immaginato che i dati possono essere così affascinanti”. Lo ha detto Pat Hanrahan, 60enne co-fondatore e chief scientist di Tableau, l’azienda fondata a Seattle tredici anni fa con la missione di trasformare i numeri in uno strumento intuitivo e di immediata interpretazione nelle mani di di tutti. Lo racconta Forbes, che dedica un lungo articolo all’azienda che si è imposta con un’offerta di software molto più potenti di Excel e più facili da usare di prodotti di business-intelligence firmati Ibm, Sap o Oracle. Infatti, basta inserire dati di vendite, clienti, acquisti e quant’altro, per vedersi restituire affascinanti chart interactive e relativi trend.

Oggi, l’offerta di Tableu è considerato lo standard della business intelligence, ma le cose erano ben diverse quando, nel 2003, Hanrahan, Chris Stolte e Christian Chabot hanno sviluppato l’idea partendo da un minimo finanziamento della Stanford University dove Hanrahan lavorava come professore di computer grafica, mentre prima era chief architect per il software di animazione RenderMan di Pixar. Stolte, invece, era un dottorando di Hanrahan, che ha assunto il ruolo il chief development officer di Tableau e Chabot, fresco di un Mba a Stanford, ne è diventato il ceo e, nonostante la lunga serie di porte chiuse in faccia, ha trascorso i primi due anni a cercare instancabilmente vendere il prodotto. All’epoca, infatti, era sentire comune che solo i dipartimenti It dovessero avere la responsabiltà dei dati, ma Tableau ha puntato al marketing e alle vendite che, alla fine, hanno ceduto alla facilità d’uso del programma. Insieme, Hanrahan, Stolte e Chabot hanno fatto crescere l’idea fino a un business da 254 milioni di dollari, tanto valeva l’azienda all’epoca della quotazione nel maggio di tre anni fa. Oggi, invece, ha una capitalizzazione da 3,8 miliardi di dollari.

Negli ultimi sette anni, le vendite sono cresciute al ritmo dell’82% annuo, passando da 18 milioni di dollari del 2009 a 654 lo scorso anno. L’azienda adesso conta 39mila clienti, fra cui Wells Fargo, Dow Chemical, SpaceX e i Texas Rangers e, lo scorso anno, ha chiuso oltre mille contratti superiori a 100mila dollari. Dopo un difficile quarto trimestre 2015, i dati della trimestrale 2016, presentati la scorsa settimana, danno ragione al business. I ricavi sono cresciuti del 32% e si attestano a 171,2 milioni di dollari; i ricavi internazionali valgono 48 milioni di dollari (+52%) e rappresentano il 25% del business, inoltre, sono stati aggiunti 3.500 nuovi clienti di cui 268 hanno firmato contratti di un valore superiore a 100mila dollari.  E adesso? Il mercato della business intelligence, valutato 17 miliardi di dollari, cerca di riguadagnare il terreno perduto: Microsoft taglia il prezzo del software Power BI e c’è chi scalda i motori per potenziali acquisizioni.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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