Il successo di una start-up è misurato dalla exit
Economia

Il successo di una start-up è misurato dalla exit

È la discriminante tra chi ce l'ha fatta e chi no. Qui, la storia di Andrea Peiro che ha appena venduto la sua PowerCloud Systems a Comcast. E che ha un segreto: il liceo di Torino

In Silicon Valley esistono due categorie di persone. Il discrimine è tra chi ha fatto la cosiddetta exit e chi prova a farla. Per exit s’intende la vendita di una propria azienda o idea imprenditoriale. Se hai una exit in rampa di lancio, hai dimostrato di saperci fare. Quando ti ripresenti con un nuovo progetto, i venture capitalist e gli operatori del settore sanno che hai portato al successo un tuo prodotto; hai creato fiducia nei tuoi confronti. Probabilmente riceverai una corsia preferenziale per riprovarci. Insomma, sarai come un veterano di ritorno dal fronte e potrai sempre appartenere al loro club.

Fa molto piacere, dunque, vedere italiani di Silicon Valley che entrano nel novero di quelli che ce l’hanno fatta. È degli ultimi giorni la notizia che il torinese quarantenne Andrea Peiro ha conseguito la sua terza exit. E questa volta l’ha fatta grossa. Ha venduto Power Cloud Systems, di cui è co-fondatore e Chief Technology Officer al gigante delle trasmissioni via cavo Comcast, diventando Vice President del gruppo. Power Cloud Systems è nata nel 2009 con l’idea di rivoluzionare il concetto di network domestico. “Volevo trasformare il router che mettiamo in casa per avere la rete WiFi in uno strumento fruibile, versatile e semplice da usare per gli utenti” spiega Andrea. Si trattava di prendere un prodotto tecnologico pesante e complicato – un mattone insomma – e farne un oggetto con la duttilità richiesta oggi dalla massa dei consumatori. Ne è nato Sky Dog , un router che ha finito per conquistare molti clienti e la stessa Comcast, del cui cloud networking Peiro si occupa ora.

Andrea ha un percorso eclettico: ha studiato informatica all’Accademia Navale di Livorno ed ha lavorato da giovane nello Stato Maggiore della Marina. A un certo punto ha deciso di cambiare vita. La sua prima azienda – un software per semplificare la vita alle agenzie immobiliari – l’ha creata e venuta alle Hawaii. Ha fatto quindi il salto a Silicon Valley, dove tra le varie esperienze ha curato lo sviluppo del business della piattaforma sociale GoMingle, anch’essa venduta.

Ma se si chiede al nostro geek di dirci qual è stata la chiave di volta del suo successo, la risposta è sorprendente: "il liceo scientifico, l’apertura mentale della scuola superiore italiana, la preparazione nelle materie umanistiche, la capacità di vedere al di là dell’aspetto tecnico dei problemi che ho assorbito a Torino" racconta. È una testimonianza contro corrente, ma che in tempi di depressione nazionale non va trascurata. Le nostre scuole pubbliche sanno formare persone senza paraocchi: "il classico ingegnere internazionale passa tra il computer e la villetta" dice Andrea, "mentre l’ingegnere italiano sa apprezzare una mostra d’arte o una rappresentazione teatrale; sa guardare il mondo ia 360 gradi". Una realtà, la formazione umanistica, il cui valore è testimoniato anche da un recente rapporto dell’Associazione delle Università americane .

Nella spietata gara tra i Sistemi Paese in atto a Silicon Valley, consolida la propria reputazione il Paese che vede riuscire un numero significativo di proprie aziende o propri professionisti. La exit di Peiro, dunque, non può farci che bene. La sfida che l’Italia deve saper vincere nei prossimi mesi e anni, peraltro, è di veder sbancare in Silicon Valley sempre più aziende italiane con tecnologie fatte in Italia.

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Mauro Battocchi

Sono console italiano a San Francisco. Ho alle spalle il servizio diplomatico in Germania e Israele per promuovere le nostre imprese. Ho lavorato per un periodo anche in azienda, in Enel. Il mio blog "San Francisco chiama Italia" racconta di una città che estende ogni giorno la frontiera del possibile; che disegna il modo di vivere globale con le sue battaglie di libertà e con l’innovazione tecnologica. La città e il nostro Paese hanno un rapporto che risale alla corsa all’oro di metà Ottocento. Oggi è quanto mai importante per il nostro futuro.

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