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ANSA/GIORGIO BENVENUTI
Economia

Spesa degli italiani, quanto spendono i ricchi e quanto i poveri

Secondo il Rapporto Coop 2017, la parte benestante del Paese ha aumentato i consumi del 3% mentre quella più disagiata li ha diminuiti dello stesso valore

È una fotografia a tratti impietosa quella che offre la nuova edizione del Rapporto Coop sui consumi nel 2017. L’Italia infatti, nonostante venga descritta in ripresa da più di cinque anni dati Pil alla mano, resta fanalino di coda in Europa per la spesa delle famiglie.

E se questo già non fosse allarmante, a rendere ancora più preoccupante la situazione, soprattutto in prospettiva futura, è il fatto che aumentano le disparità sociali, con i ricchi che consumano sempre di più e la parte più povera della popolazione che invece riduce ulteriormente la propria spesa.

Ma vediamoli in dettaglio i numeri del Rapporto, partendo proprio da questa inquietante evoluzione negativa delle disuguaglianze nel nostro Paese.

Aumentano le disparità sociali

Come accennato, uno dei fenomeni messi in evidenza dai dati dell’ultimo Rapporto Coop, riguarda il preoccupante aumento delle disparità sociali.

Le cifre presentate dicono infatti che nel 2017 il 20% della parte più ricca del Paese ha speso il 3% in più, mentre il 20% di quella più povera ha dovuto fare i conti con una riduzione dei consumi dell’ordine dello stesso 3%.

Una forbice rilevante che getta una luce fosca sul futuro stesso del nostro Paese, e che tra l’altro appare inarrestabile se si pensa che nei primi mesi del 2018, secondo i dati più aggiornati, la spesa dei più ricchi è cresciuta ancora del 2,8%, mentre quella delle famiglie disagiate è ancora calata di un pesante 4%.

Italia, retroguardia d’Europa

Ma, come già accennato, il problema del mancato decollo dei consumi riguarda in generale tutto il Sistema Paese, con una conferma che arriva nel confronto con le altre realtà europee.

Ebbene, secondo i dati del Rapporto Coop, l'Italia del 2017 si aggiudica la maglia nera nel Vecchio Continente con una riduzione dei consumi rispetto al 2010 di oltre il 2% (11.600 euro è la spesa media pro capite, finanziata soprattutto ricorrendo ai risparmi).

Il tutto a fronte di un significativo +12,7% tedesco, di un +10,2% francese e di una sostanziale stabilità spagnola (+0,1%). E anche nell'ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra tutte le grandi economie europee.

Settore alimentare in testa

Nonostante le difficoltà ad uscire dalla crisi, gli italiani si confermano comunque i primi per spesa alimentare in Europa e nel mondo, con cibo e bevande che rappresentano il 19% del totale dei consumi.

In particolare, nel carrello si evidenzia un boom dei cibi pronti (+6%) e non si ferma la crescita a doppia cifra del biologico. Dopo un 2017 molto positivo, tuttavia, il primo semestre dell'anno ha fatto registrare una crescita molto debole (+0,6%) e con un netto spostamento a favore dei prodotti freschi e di quelli confezionati.

Preoccupa infine, dal punto di vista degli operatori di settore, il calo delle vendite nella grande distribuzione organizzata, con un -0,8% nei primi otto mesi del 2018.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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