Rc auto, ecco perché in Italia i prezzi sono più alti
Claudio Onorati/Ansa
Economia

Rc auto, ecco perché in Italia i prezzi sono più alti

Le nostre polizze costano 138 euro in più della media Ue, anche a causa delle pesanti aliquote fiscali sui premi

Le polizze Rc auto che paghiamo in Italia continuano ad essere tra le più care d’Europa. In realtà questa, più che una notizia, si tratta purtroppo di una conferma che arriva puntualmente ogni anno. Questa volta a fare l’annuncio è stata direttamente l’Ania, l’associazione che riunisce le compagnie assicurative, che però prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, rivendicando il fatto come negli ultimi anni i premi assicurativi per le auto abbiano subito comunque un calo vistoso rispetto agli standard comunitari. I numeri presentati dall’Ania dicono infatti che il prezzo medio delle polizze Rc auto, pari a 439 euro nell'ultimo trimestre del 2015, è diminuito di quasi il 20% rispetto a tre anni fa e la differenza delle polizze italiane rispetto alla media dei principali paesi europei, passata dai 213 euro del periodo 2008-2012 a 138 euro nel 2015, nei primi cinque mesi del 2016 si è dunque ulteriormente assottigliata.

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Quello che però per le compagnie assicurative rappresenta una sorta di vanto, per gli automobilisti, costretti a pagare cento e rotti euro all’anno in più rispetto ai colleghi guidatori europei, resta in ogni caso una magra consolazione. Ma a che cosa è dovuta questa ancora fin troppo sostanziosa forbice tra i valori medi dei premi in Italia e quelli che invece si pagano nel resto del Vecchio Continente? Anche qui in soccorso arrivano le analisi dell’Ania che individua due cause principali. Secondo le compagnie assicurative infatti il divario con i premi europei sarebbe dovuto soprattutto al costo medio dei sinistri e alle aliquote fiscali sui premi, nettamente superiori rispetto ai Paesi Ue.

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Insomma, ancora una volta a pesare sulle tasche degli automobilisti italiani sarebbe il peso delle troppo esose richieste del nostro fisco. Sembra di risentire un po’ le spiegazioni che da anni gli stessi automobilisti si sentono ripetere quando si parla di prezzi di benzina e diesel: la colpa di costi nettamente superiori al resto dell’Europa sarebbe ancora una volta da ricercare nelle accise che gravano in maniera pesantissima sui carburanti. Ma tornando alle polizze Rc auto, dove bisognerebbe agire allora per poter in un qualche modo ridurre il loro peso in termini economici?

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Qualcosa in effetti sembra essere già accaduto, con le nuove norme sulle lesioni lievi, il cosiddetto colpo di frusta. Ebbene, è bastato condizionare il risarcimento di tali lesioni all'accertamento strumentale per veder ridurre esattamente della metà il numero di tali accidenti in un solo anno. “Questa è la dimostrazione – ha commentato la presidente dell'Ania, Maria Bianca Farina - che, quando si contrastano in maniera efficace comportamenti impropri, ne beneficia l'intera collettività". E un'altra spinta importante nello stimolare comportamenti più corretti da parte degli stessi automobilisti, potrebbe arrivare dalle cosiddette scatole nere: sono sempre di più infatti gli italiani che, a fronte di una riduzione delle polizze, acconsente al montaggio di tali dispositivi sulle proprie auto. Tanto che il nostro Paese sembra essere diventato leader a livello mondiale nell’utilizzo di queste nuove tecnologie. Chissà, forse siamo davvero sulla strada giusta. Per saperlo però, dovremo attendere i dati dell’anno prossimo, per vedere se perlomeno saremo riusciti ad allinearci, in tema di prezzi di premi Rc auto, agli standard europei.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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