Benzina, perché i prezzi aumentano
Economia

Benzina, perché i prezzi aumentano

I rincari sarebbero giustificati questa volta dalla crisi irachena, ma anche i benzinai sono sul piede di guerra e annunciano uno sciopero

Sembra di sentire un ritornello sempre uguale a se stesso, che ineffabile si attacca ogni anno all’arrivo dell'estate: i prezzi di benzina e dieselaumentano, e guarda caso ciò avviene proprio quando gli italiani cominciano a mettersi in viaggio per le ferie estive. Hanno iniziato nel weekend Q8 e IP con aumenti dei prezzi raccomandati di 1 cent euro per litro su benzina e diesel, mentre la Esso si è fermata a +0,5 cent su entrambi i prodotti. Oggi invece, secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, è toccato all’Eni, leader di mercato nella distribuzione di carburanti in Italia, procedere con un ritocco al rialzo di 1,5 cent sia per la benzina che per il diesel. A rimorchio sono andati altri due grandi player del settore, ovvero Shell, con rincari di un cent, e TotalErg che ha fatto lievitare i propri listini di un cent per la verde e di mezzo cent per il gasolio.

BENZINA, QUANDO SCATTA L'ALLARME PREZZI

Aumenti dunque generalizzati che hanno fatto schizzare verso l’alto le medie nazionali dei prezzi. In questo scenario infatti risulta che adesso, benzina e diesel, sul territorio nazionale costano mediamente 1,821 euro al litro la prima,e 1,723 euro al litro la seconda. Con punte però che in alcuni casi toccano le vette di 1,879 per la verde e di 1,769 per il gasolio. Ai malcapitati automobilisti gli aumenti in questione vengono spiegati come conseguenza dell’attuale crisi irachena, che avrebbe messo a rischio una serie di forniture, e fatto schizzare il prezzo del petrolio. Un chiarimento che, per carità, potrebbe avere anche una certa fondatezza, se non fosse che comunque, come già accennato, ogni anno ,in concomitanza con l’avvio della bella stagione, i prezzi di benzina e diesel volano verso l’alto, e ogni volta, neanche a dirlo, esiste una spiegazione più che razionale per giustificare questo andamento.

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Questa volta però, in questo gioco delle parti che vede da una parte le compagnie petrolifere avviate all’aumento dei listini, e dall’altra le associazioni dei consumatori che come sempre contestano queste dinamiche commerciali, si inseriscono a pieno titolo i benzinai. Questi ultimi infatti protestano anch’essi per i rincari che cominciano a scattare, preoccupati che costi più alti dei carburanti possano avere effetti deleteri sulle proprie attività. Una preoccupazione che si è concretizzata con la decisione di mettere in campo uno sciopero di categoria. L’iniziativa è iniziata oggi e proseguirà domani innanzitutto con la chiusura delle macchinette dei self service durante gli orari di apertura degli impianti, con relativo oscuramento dei prezzi ad essi collegati e dell’insegna della compagnia. Chi vorrà fare benzina dovrà quindi rinunciare ai classici sconti dell'automatico.

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Inoltre, se non dovessero esserci ripensamenti, per mercoledì 18 giugno è previsto  un vero e proprio sciopero generale che riguarderà sia la viabilità ordinaria che quella autostradale. I benzinai, con questa protesta, chiedono un intervento al governo che, da una parte blocchi gli aumenti decisi dalle compagnie, e dall’altra riveda il modello di tassazione dei carburanti, per i quali le accise sono diventate ormai una voce di costo insostenibile. Vedremo se il combinato disposto della protesta degli automobilisti e di quella, più tangibile, dei benzinai, porterà le compagnie a rivedere gli aumenti decisi finora.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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