Poste Italiane avvia la la cessione del quinto
Economia

Poste Italiane avvia la la cessione del quinto

Gli sportelli del gruppo guidato da Massimo Sarmi offrono finanziamenti ai dipendenti pubblici e agli over 60. Ecco a quali condizioni

Pensionati, dipendenti pubblici e militari dell'Arma dei Carabinieri. Sono le tre categorie di “potenziali debitori” che oggi possono chiedere soldi in prestito negli sportelli del gruppo Poste Italiane. La società guidata da Massimo Sarmi ha infatti lanciato un finanziamento sotto forma di cessione del quinto dello stipendio, ideata inizialmente per gli anziani che si sono già ritirati dal lavoro e poi estesa, nelle scorse settimane, anche agli impiegati dello stato e degli enti locali ancora in attività.

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Si chiama Quinto BancoPosta, ha una durata compresa tra 3 e 10 anni e funziona con il meccanismo tipico della cessione del quinto. In pratica, una banca o una società del credito al consumo convenzionate con le Poste (il gruppo Deutsche Bank per i pensionati e Compass per i dipendenti pubblici) concedono in prestito una somma di denaro e trattengono le rate piano di rimborso direttamente dalla busta-paga o dall'assegno pensionistico del debitore, per un importo che può arrivare sino a un quinto della retribuzione. Il prelievo avviene dunque alla fonte, senza transitare dal conto corrente del debitore. Per questo, la cessione del quinto è considerata una forma di finanziamento con maggiori garanzie di rimborso rispetto ai più diffusi prestiti personali ed è accessibile anche ad alcune fasce di clientela che spesso incontrano non poche difficoltà nell'accesso al credito, come chi ha avuto problemi nell'estinguere altri debiti o gli anziani ultrasessantenni.

I TASSI APPLICATI

Il tasso d'interesse nominale (tan) pagato da chi ottiene questo finanziamento di Poste Italiane è abbastanza contenuto e parte da un minimo del 6,5% circa all'anno. I beneficiari del prestito devono però sostenere diverse spese accessorie tra cui quelle per l'acquisto di una polizza sulla vita, che copre dal rischio che il debitore muoia prima della scadenza del piano di rimborso oppure (nel caso dei dipendenti pubblici) dal rischio di perdita del posto di lavoro. I premi delle polizze (che hanno una tariffa complessiva di qualche centinaia di euro) possono incidere in maniera rilevante sul taeg (tasso annuo effettivo globale), un indicatore espresso in termini percentuali che misura il reale costo del prestito, tenendo conto anche degli oneri accessori. Per Quinto BancoPosta, il taeg è attorno al 9-10% annuo: un livello superiore a quello che si registra per i migliori finanziamenti al consumo erogati in Italia (7% circa) ma inferiore di circa due punti alla media di mercato delle sole cessioni del quinto (12% circa, secondo le ultime rilevazioni di Bankitalia).

QUANTO SI PAGA

Ecco alcuni esempi concreti (illustrati nel sito di Poste Italiane) delle condizioni applicate a tre diversi debitori che richiedono un finanziamento Quinto Bancoposta.

Un ex dipendente pubblico di 62 anni che ha una pensione netta di 1.250 euro al mese, può ottenere un prestito di circa 8.877 euro da rimborsare in 4 anni con una rata di 250 euro ogni 30 giorni. Nell'arco di 48 mesi avrà pagato (tra capitale, interessi e oneri accessori) una somma di 12mila euro (Tan fisso 7,6% - Taeg 10,35%).

Un pensionato 62enne che riceve dall'Inps un assegno di 900 euro netti mensili può ottenere un prestito di 8.723 euro con scadenza a 5 anni, sborsando una rata di 180 euro ogni 30 giorni. In 60 mesi pagherà (tra capitale, interessi e oneri accessori) una cifra di 10.800 euro (Tan fisso 6,58 % - Taeg 9.10%).

Un dipendente pubblico con 40 anni di età, 15 anni di servizio e con uno stipendio netto mensile di 1.250 euro, può ottenere un finanziamento di 19.339 euro rimborsabile in 10 anni, pagando una rata di 250 euro ogni 30 giorni. Nell'arco di 120 mesi, il debitore pagherà una somma complessiva di 30mila euro (Tan fisso 9,1% - Taeg 9.90%)

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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