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Economia

Perché i giocattoli per le bambine costano di più

Il problema è il genere: anche creme, scarpe, rasoi e profumi da donna sono più cari

Possibile che tutti i prodotti femminili costino di più degli equivalenti maschili? Ebbene sì, e lo confermano gli studi di vari gruppi di ricercatori statunitensi e inglesi che, dopo aver messo a confronto i prezzi di circa un migliaio di beni di consumo, si sono resi conto che quelli destinati a un pubblico femminile, anche quando identici, erano inevitabilmente più cari. Poco importa che si trattasse di bambine, adolescenti, casalinghe, donne in carriera, manager o signore anziane. Il problema è il genere, non l'età. E il punto è che in alcuni casi lo scarto non è minimo, ma può arrivare addirittura al 30/50 per cento del prezzo finale. 

Il problema dei giocattoli

Facciamo un paio di esempi: un semplicissimo monopattino per bambini negli Stati Uniti può costare 25 dollari scarsi nella sua versione "maschile" e addirittura 50 in quella "femminile". Ancora, se il caschetto da bici da "squalo" costa circa 15 dollari, quello da "mini pony" ne costa poco meno di 30. La nave dei pirati dei Playmobil 25, ma quella delle fate, sempre di Playmobil, 38. Possibile sia solo un problema di costi di produzione, come spiegano alcuni rivenditori americani? Difficile da credere visto che in altri paesi, tra cui il nostro, per fortuna, i due galeoni vengono venduti più o meno allo stesso prezzo. 

Prodotti di bellezza

Shampoo, balsamo, deodoranti, gel per capelli, rasoi e lamette sono altri prodotti che, nella loro versione femminile, costano di più. A dire la verità le discriminazioni di prezzo basate sul genere non sono una novità. Alcune, però, come i costi del parrucchiere o gli ingressi in discoteca, che in questo svantaggiano gli uomini, le tolleriamo perché forse riusciamo a trovarle razionali. Ma per quale motivo, in lavanderia, si spende di più per far lavare una camicia o un maglione da donna e di meno per gli stessi capi da uomo?

Abbigliamento

In Inghilterra i Levi's 501 da donna costano 10 sterline in più rispetto a quelli da uomo. Sulle creme per il viso e profumi il confronto è impietoso: una confezione di Clarins da uomo costa 29 sterline, da donna 44. Da Marks and Spencer le canottiere maschili vengono vendute a 6 sterline, quelle femminili a 12 e mezzo. E stiamo parlando di prodotti base, non di accessori impreziositi da ricami o strass. Come è possibile però che la Nike, che vende scarpe da calcio da uomo a partire da 29,99 sterline, abbia deciso di lanciare una nuova linea femminile a partire da...125 sterline al paio?

Come spiegare queste differenze

I ricercatori che hanno portato a termine questi studi spiegano queste differenze di genere in due modi. Anzitutto con la convinzione diffusa ma errata che tutti i prodotti destinati al pubblico femminile siano meglio rifiniti a livello di lavorazioni, tessuti e materiali da diventare inevitabilmente più cari. E poi perché le donne sono sempre state considerate sia più frivole sia più inclini allo shopping. Ma anche qualora questo stereotipo fosse vero, è giusto, a parità di costo di produzione, mettere sul mercato beni destinati a un pubblico femminile a un prezzo più alto? Evidentemente no, così come non è giustificato lo scarto sui salari, ancora una volta sfavorevole alle donne. Eppure...


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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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