15 anni di Euro: pro e contro della moneta unica
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Economia

15 anni di Euro: pro e contro della moneta unica

La divisa comune è stata introdotta il 1° gennaio del 2002. Ma ha proprio ridotto il nostro potere di acquisto?

L'euro spegne quindici candeline. Le prime monete e banconote dell'Eurozona sono state emesse il 1 gennaio del 2002. Da quella data però la divisa comune è finita sul banco degli imputati: gli euroscettici pensano che sia il principale motivo della perdita di potere d’acquisto degli italiani. Critiche che sono un po' scemate nell’ultimo periodo a seguito della deflazione (riduzione dei prezzi) che ha colpito il Vecchio Continente come ultimo effetto della crisi economica mondiale scoppiata nel 2008. Ma l'euro ha davvero abbassato il tenore di vita degli italiani? E quali sono stati i passaggi fondamentali negli ultimi tre lustri?

Le origini

La moneta unica è stata introdotta quindici anni fa, quando è stata adottata da 12 paesi e la Ue era formata da 15 Stati (oggi sono 28 e se Londra uscirà scenderanno a 27). Ma in realtà la data di nascita dovrebbe essere spostata di tre anni. A inizio 1999, infatti, la divisa comune europea è stata introdotta come moneta "scritturale": fino al 2001 era possibile aprire conti ed effettuare trasferimenti di denaro in euro, ma non erano consentite altre forme di pagamento in contanti.

La crisi dell’eurodebito

Dopo una delle più gravi recessioni dal dopoguerra, quella del 2009, nel 2010 l’area euro ha beneficiato della ripresa economica che ha interessato le principali economie avanzate, sebbene con ritmi e modalità eterogenei tra paesi e aree geografiche. Tuttavia il dissesto dei conti pubblici della Grecia nell’ottobre 2009 ha segnato il passaggio a una nuova fase della crisi, quella del debito sovrano, interrompendo la ripresa già incerta. La crisi del debito europeo ha avuto epicentro nei paesi periferici dell’Eurozona (Grecia, Irlanda e Portogallo) e si è estesa nel 2011 a Italia e Spagna, i cinque paesi più vulnerabili per alti livelli di debito pubblico, bassi tassi di crescita del Pil e onerose delle operazioni di salvataggio delle banche in crisi.

Cosa pensano gli esperti

L’Eurozona è ancora lontana dall’essere il contesto ideale per ospitare un’unica moneta. "Le singole economie nazionali sono troppo diverse le une dalle altre, i cicli economici troppo asimmetrici e il fattore di mobilità troppo basso. Una convergenza economica dei singoli Paesi all’interno dell’Eurozona è essenziale per la sopravvivenza della moneta unica nel lungo periodo. Il Patto di Stabilità e Crescita di Maastricht è uno strumento chiaramente insufficiente per raggiungere questo obiettivo" spiega Joachim Corbach, esperto di GAM, fondo di investimento elvetico

I prodotti che oggi costano di più

È lunga la lista dei beni e servizi che dall'introduzione dell'euro hanno visto salire il proprio prezzo. La spesa annua per una famiglia tipo per l’elettricità, spiega il Nens, che ha analizzato i prezzi di diversi beni negli ultimi 15 anni, era di 647.000 lire (sono circa 334 euro), mentre l’Autorità dell’Energia nell’ultima revisione delle tariffe l’ha fissata in 498 euro (+50% circa). Andamento molto più contenuto per il gas, con la spesa annua passata da 1 milione e 700 mila lire a 1.022 euro (+16%). La benzina è salita, dopo il massimo storico con punte oltre i 2 euro nel 2012, è passata da circa 2.000 lire agli 1,5 euro attuali (+45%). Un quotidiano costa il doppio: da 1.500 lire (0,77 euro) a 1,5 euro. Vicino al raddoppio anche il caffè al banco (da 900 lire a 90 centesimi) e il Big Mac (da 4.900 lire a 4,20 euro), mentre ancor di più è aumentata la classica pizza margherita: da 6.500 lire (3,36 euro) del 2011 agli attuali 7,5 euro (+123%).

…e quelli che costano meno

Complice il boom delle vendite online, che hanno alzato la concorrenza e abbassato i prezzi, le note positive con l'euro arrivano tutte dal comparto dell’elettronica e dalla telefonia: all’inizio degli anni 2000 il top di gamma era un 46 pollici da 6,5 milioni di lire. Oggi una TV smart Full HD 49 pollici, che occupa un decimo dello spazio, costa meno di 500 euro. Nel 2001 per comprare una fotocamera digitale da 1,9 megapixel di risoluzione (al top per il periodo) ci volevano 890.000 lire; oggi con circa 100 euro si trovano macchine da 20 megapixel. E i cellulari? Il Motorola Startac 130, vanto dell'epoca, costava oltre due milioni di lire, ben più di qualsiasi ultimo modello di iPhone o Samsung di oggi.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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