Buoni Fruttiferi Postali, come fare un piano di risparmio
Un francobollo che celebra il risparmio postale, ANSA / UFFICIO STAMPA POSTE ITALIANE 21 novembre 2011
Economia

Buoni Fruttiferi Postali, come fare un piano di risparmio

In alternativa alla miriade di offerte banche, alla Poste si può attuare un investimento a rate. Rende poco ma è senza spese

Rendimenti bassi ma nessuna spesa. E' il binomio che caratterizza i piani di risparmio attuabili con  i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp). Si tratta, per chi non li conoscesse ancora, di strumenti finanziari che hanno più o meno lo stesso grado di rischio dei Buoni del Tesoro, essendo garantiti dallo Stato italiano, emessi dalla Cassa depositi e Prestiti e  venduti negli sportelli delle Poste, che tuttavia svolgono soltanto il ruolo di collocatore.

Il principale pregio dei Buoni Fruttiferi è di essere completamente a costo zero. Chi li acquista non paga infatti né commissioni di sottoscrizione né di gestione, a differenza di quanto avviene per quasi tutti i prodotti finanziari venduti in Italia, su cui le banche o le compagnie assicurative applicano quasi sempre un bel po' di voci di spesa e balzelli vari. Inoltre, I Bfp godono anche di un trattamento di favore da parte del fisco, poiché il loro rendimenti sono tassati al 12,5%, proprio come quelli dei titoli di stato, contro il prelievo del 26% che colpisce invece gli interessi dei conti bancari e gran parte dei prodotti finanziari venduti in Italia dai fondi d'investimento alle azioni sino ai bond.


Una delle novità degli ultimi anni nell'offerta dei Bfp è la possibilità di sottoscriverli anche a poco a poco, con un piano di risparmio rateale, versando piccole cifre nell'ordine di appena 50 o 100 euro al mese. Questa opportunità è offerta però soltanto con due tipologie di Buoni: quelli ordinari e quelli dedicati ai minorenni che sono indicati per chi vuole mettere da parte un gruzzoletto per  un figlio o un nipote, prima che compia i 18 anni.


Rendimenti ridotti

Chi sottoscrive un piani di risparmio con i Buoni Postali deve però accontentarsi di rendimenti assai risicati, a causa del calo dei tassi d'interesse in Europa che ha azzerato anche le cedole dei titoli di stato. I Bfp ordinari, per esempio, danno attualmente un interesse di appena lo 0,05% lordo il primo anno, che cresce progressivamente ogni 12 mesi, per arrivare al 2,5% lordo (2,2% netto) dal ventesimo anno in poi. Un po' più redditizi (almeno inizialmente) sono i Buoni fruttiferi per i minori  che partono dallo 0,25% il primo anno, per arrivare all'1,5% al compimento della maggiore età.


Si tratta davvero di pochi decimali di punto ma non va dimenticato un particolare importante: oggi anche i titoli di stato rendono poco e niente. Per avere un interesse sopra il 2% lordo, per esempio, bisogna acquistare i Btp con scadenza a 10 anni che però sono ben più rischiosi dei Buoni Postali. Mentre il capitale investito nei Bfp può essere rimborsato in qualsiasi momento al suo valore nominale (più i rendimenti eventualmente maturati), il prezzo dei titoli di stato può invece oscillare sul mercato  e ridursi in caso di turbolenze sui listini, esponendo l'investitore al rischio di perdite.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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