Btp Italia, perché piace ancora agli investitori
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Economia

Btp Italia, perché piace ancora agli investitori

Terminato con successo il collocamento dei Buoni del Tesoro poliennali indicizzati all'inflazione. Rendimenti bassi ma migliori di quelli di altri titoli

Più di 8 miliardi di euro. E' il risultato raggiunto dalle sottoscrizioni dei Btp Italia, i Buoni del Tesoro Poliennali con interessi indicizzati all'inflazione, collocati sul mercato dal 4 al 7 aprile. La consegna “ufficiale” dei titoli agli investitori avverrà lunedì 11 aprile e, dalla prossima settimana, i buoni saranno negoziabili sul Mot, il mercato obbligazionario telematico di Piazza Affari (dunque potranno essere acquistati anche da chi non li ha comprati nella fase di collocamento). Tra tutte le richieste del Btp Italia, un ammontare di 4,2 miliardi di euro è andato ai piccoli risparmiatori privati. Altri 3,8 miliardi, invece, sono finiti nel portafoglio degli investitori istituzionali, italiani e stranieri.


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I risultati del collocamento sono nel complesso abbastanza soddisfacenti per il Tesoro, anche se ben lontani i traguardi raggiunti dalle prime emissioni di 4 anni fa, quando il quantitativo di titoli richiesti superava i 10-15 miliardi di euro. Allora, infatti, molti investitori erano allettati dalle cedole corpose dei titoli (oltre il 2-3%, contro lo 0,4% di oggi). Bisogna tener presente, tuttavia, che nel 2012 le condizioni del mercato erano assai diverse rispetto ai giorni nostri: i tassi d'interesse e l'inflazione (a cui sono legati i rendimenti del Btp Italia) si trovavano infatti su livelli ben più alti di quelli attuali. Perché, dunque, anche questo collocamento ha incontrato tanto gradimento, nonostante le cedole dei titoli siano tutt'altro che esaltanti?


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Le spiegazioni dell'ennesimo successo del Btp Italia son diverse. Innanzitutto, sul mercato ci sono attualmente ben poche alternative, almeno tra i titoli che hanno lo stesso profilo di rischio e rendimento. I Buoni del Tesoro appena collocati, che hanno scadenza nel 2024, offrono infatti un interesse minimo dello 0,4% annuo (cedola reale), diviso in due tranche semestrali dello 0,2%, a cui viene aggiunto un interesse variabile pari all'inflazione italiana (esclusi i tabacchi). 


Se l'inflazione riparte

E' vero che oggi la crescita dei prezzi al consumo è praticamente nulla o addirittura sotto zero (0,2% su base mensile e -0,2% su base annua).Tuttavia, nel caso in cui il carovita dovesse riprendersi un po' nei prossimi anni e tornare sopra l'1-2% come vorrebbe la Banca Centrale Europa, allora gli interessi del Btp Italia salirebbero tra l'1,4 e il 2,4% lordo annuo, che corrisponde all'1,2-2,1% al netto delle tasse. Non è molto, ma è pur sempre di più di quanto offrono invece i Buoni del Tesoro a tasso fisso di uguale durata, cioè quelli in scadenza nel 2024, che danno appena l'1,1-1,2% lordo annuo (tra lo 0,96 e l'1,05% netto). Non ci sono molte alternative al Btp Italia neppure tra i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp), visto che da febbraio scorso è stato sospeso il collocamento di quelli indicizzati all'inflazione, che davano un interesse pari alla crescita dei prezzi al consumo, più una maggiorazione fissa dello 0,1%.



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Non va dimenticata, poi, l'ultima qualità che rende il Btp Italia appetibile sul mercato: il livello della tassazione molto basso. Sugli interessi del titolo, infatti, viene applicato ogni anno un prelievo del 12,5%, contro il 26% che grava invece su gran parte dei prodotti finanziari venduti in Italia, a cominciare dai conti di deposito. Oggi, i migliori conti presenti sul mercato garantiscono infatti un rendimento annuo non superiore all'1,5-2% lordo annuo, che scende all'1,1-1,48% una volta sottratto il prelievo fiscale.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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