Btp Italia, i motivi per comprarlo e quelli per non farlo
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Economia

Btp Italia, i motivi per comprarlo e quelli per non farlo

Sono tornati i Buoni del Tesoro con cedole legate all'inflazione. I rendimenti sono molto bassi ma possono salire con la ripresa dei prezzi

Di nuovo sul mercato, attesi probabilmente da moltissimi risparmiatori. Sono tornate oggi le emissioni dei Btp Italia, cioè i Buoni del Tesoro poliennali che offrono un interesse legato al tasso di inflazione. Nei giorni scorsi, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato le caratteristiche dell'offerta che, più o meno, ricalca nelle modalità quelle precedenti. Come al solito, i titoli saranno acquistabili direttamente sul mercato senza versare commissioni alle banche e saranno sottoscrivibili in lotti minimi di mille euro ciascuno. Il collocamento per i risparmiatori privati è iniziato ufficialmente alle 9 del 13 aprile e si conclude alle 17 di mercoledì 15 aprile, a meno che non venga decisa una chiusura anticipata dell'offerta. Le principali differenze con le precedenti emissioni riguardano la durata e i rendimenti. La scadenza dei titoli sarà infatti un po' più lunga: 8 anni anziché 6 e 4 come in passato. Inoltre, gli interessi garantiti dal Btp Italia saranno molto meno generosi rispetto agli anni scorsi.


Btp Italia, istruzioni per l'uso


Mentre le vecchie emissioni garantivano un rendimento pari all'inflazione, più una cedola minima che a volte ha superato anche il 2-3%, oggi i risparmiatori devono accontentarsi di molto meno. La cedola del nuovo Btp Italia, che viene come al solito liquidata semestralmente, sarà uguale all'aumento dei prezzi registrato nel nostro paese, più un interesse aggiuntivo minimo (cedola reale) dello 0,5% lordo (0,44% circa netto). Poiché l'inflazione oggi è molto bassa (0,1% a marzo secondo l'Istat), chi acquista i titoli non deve certo aspettarsi grandi rendimenti e dovrà dunque accontentarsi, almeno all'inizio, di un interesse inferiore anche all'1%. Non va dimenticato, tuttavia, che pure gli altri titoli di stato italiani sono oggi molto avari. I Buoni del Tesoro Poliennali a tasso fisso e con scadenza nel 2023 (cioè con la stessa durata del Btp Italia in collocamento), ai prezzi attuali garantiscono infatti un rendimento di appena l'1,06% lordo (0,92% netto).


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Basterà dunque che l'inflazione torni nei prossimi mesi sopra lo 0,6% (come è probabile che avvenga) perché il Btp Italia diventi ben più redditizio dei titoli di stato a tasso fisso che hanno la stessa scadenza. Se poi i prezzi al consumo dovessero rialzare significativamente la testa e tornare vicini al 2%, come vorrebbe la Banca Centrale Europea, allora il rendimento del Btp Italia oggi in fase di emissione potrebbe salire ben sopra i due punti e mezzo percentuali all'anno: una cifra che, con il costo del denaro ridotto al lumicino, non è proprio da buttare. Infine, non va dimenticato che anche in questo collocamento esiste il Premio Fedeltà: chi acquista i Btp Italia durante l'emissione e li tiene nel portafoglio sino alla scadenza, se li vedrà rimborsati con una maggiorazione dello 0,4% rispetto al prezzo nominale. Si tratta di pochi decimi di punto in ben 8 anni che, tuttavia, vanno comunque messi in conto.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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