Btp - Bonos: un nuovo testa a testa tra Italia e Spagna
Economia

Btp - Bonos: un nuovo testa a testa tra Italia e Spagna

Ormai i titoli dei due paesi viaggiano alla stessa distanza dai Bund. Madrid però corre più di Roma a poche settimane dalle elezioni a Berlino

L'avvicinamento della Spagna all'Italia è uno dei temi caldi sui mercati obbligazionari di fine estate. Il testa a testa tra Btp e i corrispettivi spagnoli Bonos per aggiudicarsi la guida dei paesi periferici (i cosiddetti Piigs o, usando una maggiore delicatezza, Giips) va avanti da due anni.

Per chi non è addetto ai lavori, stiamo parlando dell'andamento dello spread dei due titoli di Stato decennali con il Bund, parametro di riferimento della Ue, che si allarga e si stringe a seconda della direzione dei venti della politica e, soprattutto, dell'efficacia degli interventi di Mario Draghi , ferreo presidente della Bce che la scorsa estate disse che era pronto a "far di tutto pur di salvare l'euro". E così è stato.

Per capirci: oggi Btp decennali e Bonos viaggiano alla stessa distanza dagli omologhi tedeschi, e cioè poco sopra i 250 punti, con rendimenti appena superiori al 4,5%.

Un anno fa, invece, il decennale spagnolo volava abbondantemente sopra i 400 punti, dopo aver toccato il picco di 638 punti a luglio 2012, mentre il Btp si attestava attorno ai 350 punti, ossia cento punti sotto.

Una distanza mantenuta in discesa per tutto il 2012 che però, grazie a un'economia che intravede la ripresa e a un governo più stabile, ha cominciato ad assotigliarsi a favore della Spagna nei primi mesi di quest'anno. E non è escluso nelle prossime settimane il sorpasso di Madrid .

Un tema particolarmente sentito all'interno della comunità finanziaria nostrana, tanto da comparire sulle prime pagine odierne del Sole 24 ore e sulla copertina del settimanale economico della Rcs, Il Mondo.

Dietro questa gara, infatti, si cela la lotta per accaparrarsi più investitori possibili, e quindi garantirsi una domanda più sostenuta durante le aste dei titoli di Stato per approvvigionarsi sul mercato a prezzi più contenuti.

Del resto il messaggio che arriva dalle banche centrali, pronte a porre fine alla fase di liquidità a sconto, è chiaro: vendere i titoli di Stato più sicuri (come quelli tedeschi, che ieri hanno superato la soglia del 2%, o i Treasury americani sempre più vicini al 3%), verso cui si vira nei momenti di maggiore turbolenza, per buttarsi a capofitto nell'acquisto di titoli più redditizi, come i titoli di Stato periferici, che garantiscono rendimenti più alti rispetto a quelli della cosiddetta Europa "core".

Per ora Madrid ride: all'ultima asta di giovedì ha spuntato un tasso in calo al 4,5% dal precedente 4,7%, registrando il minimo dal settembre 2010.

L'Italia invece rimane col fiato sospeso: il BTp a 10 anni all'ultima asta di fine agosto si è mantenuto al 4,5%, mentre quello a 5 anni è salito lievemente al 3,4% dal 3,2% di luglio.

E sulle prossime aste incombe lo spettro della crisi di governo, anche se gli esperti non prevedono elezioni imminenti, e soprattutto il risultato delle elezioni in Germania .

Secondo gli analisti della banca britannica Barclays è probabile che la situazione politica nel nostro paese precipiti dopo l'approvazione della nuova legge elettorale, attesa entro il secondo trimestre del prossimo anno.

Ma non è detto: l'Italia, infatti, dal primo luglio 2014 sarà chiamata a presiedere il semestre di turno della Ue e per farlo avrà bisogno di un governo pienamente operativo. Bruxelles, Draghi e i mercati hanno bisogno di stabilità. Le elezioni in Italia, forse, sono rimandate a data da destinarsi.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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