Bail-in, perché da oggi i fondi pensione sono un po' più sicuri
MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA
Economia

Bail-in, perché da oggi i fondi pensione sono un po' più sicuri

La liquidità dei prodotti della previdenza integrativa non saranno soggette alle regole europee sui fallimenti bancari. Ecco cosa significa

Salvi dalle regole del bail-in. E' la buona notizia in arrivo per chi ha investito una parte dei propri risparmi nei fondi pensione, cioè nei prodotti della previdenza integrativa che hanno il compito di arrotondare i futuri assegni dell'Inps e costruire una rendita privata di scorta per milioni di italiani in vista della vecchiaia. Un emendamento alla manovra economica bis varata dal governo, infatti, rende un po' più sicuri i fondi pensione e corregge un' “anomalia” emersa nei mesi scorsi nelle leggi che regolano le risoluzioni bancarie, in base alle norme europee.

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Cos'è il bail-in

Per comprendere di preciso cosa è accaduto (la questione è un po' tecnica) bisogna compiere prima qualche passo a ritroso. Negli anni scorsi è stata infatti approvata una regola europea che fa ancora molto discutere e che stabilisce un principio importante: se una banca va in dissesto, il suo salvataggio non deve più avvenire dall'esterno (bail-out) con i soldi pubblici, come è avvenuto troppo spesso negli anni scorsi. Le risorse dello Stato intervengono solo in casi eccezionali. Prima, almeno in teoria, il risanamento della banca deve essere effettuato dall'interno (bail-in), cioè facendo pagare il conto ai clienti (azionisti, obbligazionisti o grandi correntisti), che nella stessa banca hanno investito i propri soldi.

Liquidità sui conti correnti


Che c'entra dunque il bail-in coi fondi pensione? A prima vista poco o nulla. Anche perché i prodotti della previdenza integrativa investono per lo più in titoli (per esempio in azioni, bond, buoni del Tesoro), che vengono custoditi in una banca depositaria e sono comunque di esclusiva proprietà dei fondi stessi. Oltre ai titoli, però, i prodotti previdenziali detengono anche un bel po' di liquidità che fanno transitare sui conti delle loro banche depositarie, quando raccolgono i soldi dei risparmiatori-lavoratori o quando fanno operazioni sul mercato e incassano i guadagni ottenuti.


Proprio su quest'ultimo punto, è emersa nei mesi scorsi la falla nella normativa sul bail-in. A differenza di quanto avviene per i normali fondi comuni di investimento, la liquidità dei fondi pensione non era tutelata in caso di dissesto della banca depositaria. Qualora si fosse verificato un crack dell'istituto, dunque, i soldi in giacenza e di proprietà dei fondi pensione rischiavano di andare in fumo, proprio per il principio che sta alla base del bail-in: far pagare il crack della banca ai clienti, piuttosto che allo Stato. Ora, un emendamento alla manovra-bis ha corretto la stortura, stabilendo che la liquidità dei fondi pensione (come quelli versati nei fondi comuni) non può essere intaccata qualunque cosa succeda alla banca depositaria, che si tratti del bail-in o di qualcos'altro.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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