Asta Bot: effetto Grillo sui rendimenti
Economia

Asta Bot: effetto Grillo sui rendimenti

Il rendimento dei titoli di Stato a 6 mesi sale di 51 punti base a 1,237%, livello più alto da ottobre 2012. Investitori e banche avvertono: "Governissimo o rischio Grecia"

Eccoli i primi effetti sui mercati finanziari dello tsunami Grillo . Non si è fatta attendere la reazione degli investitori di fronte allo stallo in Parlamento uscito dal voto di domenica e lunedì in Italia.

E come da previsioni, l'asta Bot a 6 mesi ha confermato il forte incremento delle tensioni sui mercati obbligazionari: il Tesoro italiano è riuscito a collocare 8,5 miliardi di euro a fronte di una domanda di 12,6 miliardi (circa 1,4 volte), con un rendimento in forte salita all'1,237%, 51 punti base in più dall’asta precedente (0,731%), toccando così il livello più alto da ottobre 2012.

Un primo campanello d'allarme della tempesta che sta per abbattersi sul nostro debito. L’altro (come sappiamo ormai) è lospread che da ieri pomeriggio è tornato a suonare, quando si è portato sopra i 300 punti base.

Subito dopo l’asta dei Bot ha toccato i 334 punti al 4,80%, avvicinandosi paurosamente ai livelli del differenziale tra Bund e Bonos (i titoli di Stato spagnoli), che viaggia a 385 punti per un rendimento del 5,32%.

La prova del fuoco sarà soprattutto l'asta dei Btp a dieci anni in programma domani mercoledì 27 febbraio (lo spread, ricordiamo, misura il differenziale di rendimento tra i decennali tedeschi e italiani sul mercato secondario), perché misura il livello di fiducia sulla capacità del nostro paese di ripagare i creditori sul lungo termine, in altre parole le probabilità di andare in fallimento.

Del resto come la pensassero gli investitori, l’ha detto Paul Mortimer Lee, capo dell’analisi economica della prima banca franceseBNP Paribas a poche ore dai risultati ufficiali: "Gli elettori italiani hanno respinto il tizio che piaceva ai mercati (Monti, ndr)... I mercati si scaglieranno contro questo risultato in modo molto netto".

Quello uscito dal weekend elettorale, si legge infatti in un’analisi dell’ufficio studi IG Markets, società britannica specializzata in trading finanziario, è lo scenario peggiore per i mercati, ossia "l'impossibilità di formare un governo stabile e duraturo che possa portare avanti le misure di austerità necessarie per risanare i conti e promuovere le riforme necessarie per sostenere la crescita delle attività economiche".

Gli analisti di Mediobanca Securities, centro studi del salotto buono della finanza italiana, sono ancora più pessimisti. Usano un gioco di parole per commentare l'esito delle urne: "Una commedia italiana che si trasforma in una tragedia greca".

"Ci sono più incertezze dopo le elezioni che prima", si legge in un report all'indomani di "una notte di passione".

Cosa ci aspetta, dunque, nelle prossime settimane sui mercati obbligazionari? Nel breve termine, secondo IG Markets, lo spread potrebbe risalire fino ai 400 punti base e il Ftse Mib scendere al di sotto del supporto a 14.800.

Quale direzione, invece, dovrà prendere l’Italia per evitare di tornare nel mirino degli speculatori? L’unica via è (ancora una volta) il "Governissimo".

È la soluzione più probabile, prosegue IG Markets, "per permettere di evitare uno stallo istituzionale che possa peggiorare ulteriormente lo stato di salute dell'economia italiana. Accordo quindi su governo a breve per cambiare la riforma elettorale e permettere l'approvazione di alcune misure indispensabili per evitare il tracollo dell'economia italiana".

Una  "grosse koalition" tra Pd e Pdl viene data come "inevitabile" anche da Mediobanca Securities, al 70% in termini percentuali, ma gli analisti rimandano la "quadratura del cerchio" al presidente della Repubblica e ricordano che "l'Italia non è  la Germania".

Sulla stessa linea gli analisti di colossi finanziari quali Morgan Stanley e di Credit Suisse, in un report diffuso a poche ore dall'esito del voto.

Secondo la banca d'affari americana, in particolare, "Pd, Pdl e il centro potrebbero formare una grande coalizione e sostenere un governo temporaneo" che porti a compimento la riforma elettorale per poi tornare al voto alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo.

Il ritorno a breve alle urne, invece, secondo Barclays , "sarebbe lo scenario meno favorevole dal punto di vista dei mercati".

Anche se, vista da Londra, Roma ha ancora qualche chance per non precipitare assieme ad Atene: l'aumento dell'instabilità politica potrebbe influenzare il giudizio delle agenzie di rating sul paese, si legge in un report degli analisti della banca britannica, "sebbene un deterioramento della fiducia nell'Italia tale da portare alla richiesta di un programma di assistenza non sia al momento il nostro scenario di base".

Incrociamo le dita.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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