62 super-ricchi possiedono quanto metà dei poveri del mondo
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Economia

62 super-ricchi possiedono quanto metà dei poveri del mondo

Il dato fa parte di un dettagliato rapporto dell'Oxfam sulla distribuzione della ricchezza nel pianeta. Con una sproporzione che vale anche per l'Italia

62 super-ricchi (nel 2010 erano in 388, a rendere il numero ancora più impietoso) possiedono la stessa ricchezza di metà della popolazione più povera del mondo: questo il dato reso noto dal nuovo rapporto di Oxfam, una delle più importanti confederazioni internazionali specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, giusto alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera.

Sempre meno, ma sempre più ricchi
Altro dato che certifica lo squilibrio della distribuzione degli averi sul pianeta: dal 2010 a oggi 3,6 miliardi di persone (ovvero la metà della popolazione mondiale) hanno visto la propria quota di ricchezza ridursi di circa 1.000 miliardi di dollari, per una contrazione del 41% nonostante l’incremento demografico abbia registrato 400 milioni di nuovi nati nello stesso periodo. In contrapposizione, i 62 super-ricchi (di cui solo 9 donne) hanno invece registrato un incremento di oltre 500 miliardi di dollari, arrivando così a un totale di 1.760. Cifre alla mano, le previsioni di Oxfam secondo cui l'1% della popolazione mondiale avrebbe posseduto più del restante 99% entro il 2016, si sono quindi confermate con un anno di anticipo.

L' Italia? Come il mondo
Il nostro Paese riflette il quadro internazionale: i dati sulla distribuzione nazionale della ricchezza del 2015 evidenziano infatti come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% dell'intera ricchezza nazionale netta, una quota che in valori assoluti è pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero dei nostri connazionali. Significativo poi anche il fatto che l’incremento della ricchezza dal 2000 al 2015 non si sia distribuito equamente: oltre la metà è infatti andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani.


I paradisi fiscali causa di tanti "inferni"
Tornando al panorama internazionale, gli investimenti offshore dal 2000 al 2014 sono quadruplicati e si calcola che 7.600 miliardi di dollari di ricchezza di privati individui sia depositato nei paradisi fiscali. Se sul reddito generato da questa ricchezza venissero pagate le tasse, i governi avrebbero a disposizione 190 miliardi di dollari in più ogni anno. Un fattore che risulterebbe ancora più decisivo nella promozione dello sviluppo se riferito all'Africa, dove il 30% della ricchezza risulta depositato su conti offshore per un ammontare complessivo di circa 14 miliardi di dollari all’anno in mancate entrate fiscali: cifra con la quale si potrebbero assicurare nell'intero continente servizi sanitari che salverebbero 4 milioni di bambiniogni anno, oltre ad assicurare una valida istruzione a tutti quelli in età scolare.

Le richieste dell'Oxfam
"È inaccettabile che metà della popolazione più povera del mondo possieda meno ricchezza rispetto a poche decine di persone. Di fatto, i leader mondiali non hanno ancora intrapreso alcuna azione concreta per contrastare una disuguaglianza crescente e ormai fuori controllo", afferma a commento del rapporto Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International. "A Davos, quest’anno, chiederemo con forza a governi e grandi corporation di porre fine all’era dei paradisi fiscali, quei luoghi nei quali multinazionali ed élites economiche si rifugiano evitando di contribuire, con la giusta quota di tasse, al finanziamento di servizi pubblici gratuiti e di qualità a tutti i cittadini. Oggi 188 delle 201 più grandi multinazionali sono presenti in almeno un paradiso fiscale, alimentando una disuguaglianza economica estrema che ostacola la lotta alla povertà".

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Redazione Economia