Sindacati-Confindustria: come salvare 30mila lavoratori a rischio
Parti sociali e imprese chiederanno al governo di prolungare la cassa in deroga abolita dal 2017. Ecco tutte le zone interessate
In un incontro che si svolgerà domani tra sindacati e Confindustria verrà messo a punto un documento che conterrà una richiesta esplicita al governo di prolungare la cassa integrazione in deroga anche per il 2017 in una serie di zone a forte crisi industriale. Si tratterebbe a tutti gli effetti di un’eccezione, visto che dall’anno prossimo, secondo quanto previsto dalla legge, la cassa in deroga sarà abolita. Le gravi situazioni di disagio in cui verrebbero a trovarsi complessivamente circa 30mila lavoratori, che non potrebbero contare più su nessun ammortizzatore sociale, potrebbe causare infatti tensioni sociali dagli esiti imprevedibili. Una condizione di rischio che dunque spingerà parti sociali e imprese a lanciare un appello al governo, affinché appunto preveda almeno per un altro anno la cassa integrazione in deroga. Ma vediamo nel dettaglio, Regione per Regione, quali sono le zone di forte crisi industriale che potrebbero essere interessate da questo provvedimento, così come individuate dallo stesso ministero dello Sviluppo economico.
Friuli Venezia Giulia
L’area industriale di Trieste è stata riconosciuta quale area di crisi industriale complessa in relazione alle tematiche della produzione siderurgica, della riqualificazione delle attività industriali e portuali e del recupero ambientale.
Lazio
Innanzitutto c’è l’area di Rieti che ricomprende 44 Comuni, dove si sta cercando di mettere in atto interventi finalizzati alla salvaguardia e al consolidamento delle imprese del territorio, all’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali ed al reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro. Interventi analoghi interessano poi anche altre località della Regione, in particolare Frosinone, Anagni e Fiuggi.
Liguria
Qui invece le difficoltà occupazionali sono legate alla realizzazione degli interventi destinati alla riorganizzazione, ampliamento ed ottimizzazione delle potenzialità delle infrastrutture portuali e della funzionalità dell’area di Sestri Ponente e del porto di Genova.
Marche
In questa Regione, la causa scatenante che ha portato alla perdita di numerosi posti di lavoro è senza dubbio la crisi del Gruppo A. Merloni. Sono stati infatti previsti interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte che appartengono ai Comuni di Fabriano, Gaifana/Nocera Umbra, Matelica (Mc), Sassoferrato (An)e Ancona.
Sicilia
Le tante difficoltà in questo caso sono legate alla crisi industriale del Polo di Termini Imerese, determinata dalla chiusura degli stabilimenti del Gruppo Fiat, che hanno richiesto un intervento coordinato del ministero dello Sviluppo economico, della Regione Siciliana e delle istituzioni locali, con il supporto tecnico di Invitalia, per individuare concrete opportunità di reindustrializzazione dell’area. In questo senso in particolare sono stati programmati interventi finalizzati a mantenere la vocazione produttiva del territorio nel settore automotive.
Toscana
Tre sono le zone interessate da pesanti crisi industriali e occupazionali. C’è innanzitutto Piombino dove l’obiettivo principale è quello di mantenere e potenziare i livelli occupazionali dell’area siderurgica, superare la grave situazione di criticità ambientale e garantirne uno sviluppo sostenibile. Per Livorno invece si sta lavorando al completamento infrastrutturale del nodo intermodale e alla riqualificazione produttiva dell’area, ricomprendendo anche Collesalvetti e lo sviluppo del parco produttivo di Rosignano Marittimo. Infine c’è Massa Carrara dove si sta definendo la realizzazione di un progetto di riqualificazione ambientale, sviluppo e reindustrializzazione dell’area produttiva con particolare riferimento alla Z.I.A (Consorzio Zona Industriale Apuana).
Umbria
Anche in questo caso, come per le Marche, i problemi nascono dalla crisi industriale del Gruppo A. Merloni, che ha portato alla realizzazione di interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte che sono concentrate nel Comune di Costacciaro (Pg).