Russia, così le sanzioni mettono in crisi l'industria del turismo
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Economia

Russia, così le sanzioni mettono in crisi l'industria del turismo

Intanto Mosca minaccia di impedire il sorvolo della Siberia alle compagnie aeree europee

Intaer, uno dei maggiori tour operator russi chiude. È il quinto in meno di un mese. La causa non può essere espressa in modo più chiaro ed esplicito di come viene spiegata sul sito web dell'azienda: il calo della domanda e del potere d'acquisto dovuti all'andamento del cambio del rublo e alla situazione politica negativa non permettono più di far fronte agli obblighi nei confronti dei turisti clienti e delle agenzie di viaggio.

Pare che attualmente siano 500 i turisti all'estero che si erano affidati alle agenzie servite da Intaer, che peraltro ha promesso che risarcirà i clienti e ha invitato quelli in viaggio a rivolgersi alla sede centrale a Mosca.

Sono gli effetti della crisi nelle relazioni fra la Russia e i paesi occidentali, causata dalla situazione in Ucraina e dalla reazione russa che ha avuto il suo culmine nell'annessione della Crimea, il sostegno militare ai separatisti nell'est del paese e l'abbattimento da parte (probabilmente) di questi ultimi del volo MH 17.

Prima di Intaer, che organizzava soprattutto viaggi in Italia, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Grecia, Thailandia, Sri Lanka, India e Bulgaria, era toccato a Labirint, quarto tour operatore del Paese, cessare l'attività. Nel caso di Labirint i turisti russi abbandonati all'estero erano addirittura 27mila.

A metà luglio era toccato invece a Neva, poi a Rosa dei venti e il 30 a Expo-Tour. Per la verità il governo russo ha disposto controlli periodici sugli operatori del settore, per escludere immediatamente dal mercato le aziende "con copertura finanziaria non affidabile". Allo stesso tempo, il Comitato investigativo russo ha aperto un'inchiesta per possibile truffa.

Intanto le sanzioni dell'Unione europea hanno costretto Aeroflot a sospendere i voli della low-cost che controlla, Dobrolet. E per rispondere a questa tendenza che rischia di pesare davvero sull'economia ma anche sull'autostima e l'orgoglio dei russi, pare (lo dice il il quotidiano russo Vedomosti) che il governo di Putin stia valutando la limitazione o il totale divieto di sorvolo della Siberia alle compagnie europee, che operano tratte verso l'Asia.

L'idea era stata discussa già dopo il varo delle prime misure punitive da parte di Bruxelles contro Mosca, per via della crisi ucraina. L'ultimo pacchetto di sanzioni e l'allargamento della black list delle società russe con cui è vietato fare business - e che comprende anche Dobrolet - ha spinto Mosca ad accelerare le contromisure.

Secondo Vedomosti, esponenti del ministero degli Esteri  russo hanno dichiarato senza mezzi termini che "qualsiasi azioni ostile dell'Unione europea, anche nel settore del trasporto aereo, non rimarrà senza risposta". Al momento però non vi sono commenti ufficiali a riguardo.

Per i voli dall'Europa all'Asia, le compagnie aeree si servono della rotta transiberiana, la più breve, e per il cui utilizzo pagano royalties ad Aeroflot, secondo un accordo stipulato con l'Urss.

Vedomosti sostiene che la compagnia di bandiera russa incassa circa 300 milioni di dollari l'anno da queste royalties: i maggiori contribuenti sono Lufthansa, British Airways e Air France.

Se venisse introdotto il divieto di sorvolo della Siberia, le compagnie straniere sarebbero costrette ad allungare di circa un'ora e mezza i voli, con un conseguente aumento dei costi e calo della competitività rispetto ai vettori asiatici.

Lufthansa avrebbe stimato le eventuali perdite attorno al miliardo di euro solo per i tre mesi di durata delle misure restrittive dell'Ue.

Dobrolet - che aveva inaugurato il suo primo volo commerciale a giugno e che mirava a "integrare" i collegamenti tra la Russia e la Crimea, annessa nel marzo scorso - ha interrotto "temporaneamente" da ieri tutti i suoi voli, dopo essere entrata nella lista delle società sanzionate da Bruxelles. Dobrolet ha spiegato la decisione con il fatto che le "controparti europee" hanno annullato gli accordi di assicurazione degli aeromobili, sospeso la fornitura di informazioni aeronautiche e rifiutato di adempiere agli accordi di leasing, riparazione e manutenzione.

(AGI)

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