Riciclo degli olii usati, un business che aiuta l'ambiente
Roger Lo Guarro
Economia

Riciclo degli olii usati, un business che aiuta l'ambiente

Il Consorzio COOU lavora nel settore da 30 anni e da 100 kg di olio usato ne ottiene 8 di gasolio, 12 di bitume e 65 di nuova produzione

Bastano 4 chili di olio usato, quanti ne entrano in una utilitaria, per inquinare un'area grande quanto un campo di calcio. Ecco perché smaltire in modo inadeguato questo materiale, classificato per legge come "rifiuto pericoloso", significa causare un grave danno all'ambiente e alla salute.

Se versato in terra, l'olio usato penetra infatti nel terreno avvelenando la falda acquifera che fornisce l'acqua potabile e quella per irrigare le colture; se disperso in acqua resta a galleggiare in superficie avvelenando tutto ciò che vive sotto; se bruciato impropriamente sprigiona nell'aria tossine che causano malattie e intossicazioni.

Proprio per scongiurare tutto ciò, da 30 anni il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU) si occupa di raccogliere, smaltire, rigenerare e riutilizzare i lubrificanti usati di varia provenienza: industriale, meccanica, nautica e agricola. Solo nel 2013 il Consorzio è arrivato a trattare ben 171mila 400 tonnellate di materiale, il 98% del potenziale raccoglibile. Ma in tre decenni sono state ben 5 milioni le tonnellate di olio lubrificante raccolto di cui 4,5 milioni avviate alla rigenerazione. Una forma molto concreta di green economy che ha consentito all'Italia di risparmiare 3 miliardi di euro sull'acquisto di petrolio dall'estero.


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Il Consorzio degli oli usati compie 30 anni

Trattare e riutilizzare i rifiuti, infatti, oltre che un vantaggio per l'ambiente, rappresenta anche un significativo investimento economico. Se trattato in modo opportuno, l'olio usato può essere infatti riutilizzato e servire come base per nuovi lubrificanti o come "benzina" per alcune industrie, in particolare i cementifici. Fino ad oggi sono state infatti prodotte 2,5 milioni di tonnellate di oli base e l'olio rigenerato entra nelle formulazioni del 25% dell'olio lubrificante prodotto in Italia.

Per rendersi conto di quello che significa basti pensare che con 100 kg di olio usato si ottengono 8 kg di gasolio, 12 di bitume e 65 di olio nuovo. Solo quella piccola parte che il COOU classifica come "irrimediabilmente inquinata" deve infatti essere termodistrutta.

Tutto il sostegno a iniziative che vanno nella direzione dell'obbiettivo rifiuti zero

"Da 30 anni – spiega il presidente del Consorzio Paolo Tomasi in occasione dell'evento organizzato a Roma per festeggiare questo anniversario – proteggere l'ambiente e trasformare un rifiuto in risorsa è il nostro lavoro, la nostra scommessa sulla qualità della vita. Una scommessa che riteniamo vinta”.

Parla invece di "obbiettivo rifiuti zero per l'Italia" il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti presente all'iniziativa. "L'esperienza positiva rappresentata dal Consorzio – ha detto – ci aiuta a raggiungere questo obbiettivo nel minor tempo possibile. Da parte del mio ministero ci sarà tutto il sostegno a iniziative che vanno in questa direzione che per l'Italia è obbligatoria”.

Ed è proprio per dare la caccia a quelle almeno circa 5mila tonnellate, pari al 2% degli oli usati, che ancora sfuggono al controllo, il COOU è da sempre impegnato nella diffusione di una cultura del riuso dei materiali di scarto attraverso campagne di sensibilizzazione come il “gioco ambientale” GREEN LEAGUE, un social game di educazione ambientale creato dal Consorzio.

Ma è soprattutto attraverso l'attività delle 72 aziende produttrici di lubrificanti che attualmente ne fanno parte che l'Italia è riuscita a conquistare il primo posto in Europa per il riciclo di questo rifiuto pericoloso e a diventare un modello per altri paesi, come la Cina e gli Stati Uniti, che copiano da noi “come si fa”.

Gli automezzi di queste aziende raccolgono questo materiale di scarto, lo stoccano in appositi depositi e gli restituiscono una nuova vita all'interno dei 5 impianti di rigenerazione presenti nel nostro Paese reimmettendolo nel ciclo produttivo come nuova materia prima.

Un servizio per il produttore completamente gratuito e al quale può accedere chiunque, anche il privato, rivolgendosi al numero 800863048 o collegandosi al sito www.coou.it per conoscere l'indirizzo del raccoglitore più vicino e contribuire così alla salvaguardia dell'ambiente e della salute.

Il convegno per i 30 anni del COOU

Roger Lo Guarro
Paolo Tomasi, presidente del COOU

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