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Economia

Reddito di Cittadinanza a beneficio del Sud

Delle quasi 900mila domande accolte gran parte arriva dal Meridione dove è diventato uno strumento di assistenzialismo statale. Ecco i numeri

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ando uno sguardo agli ultimi dati sul reddito di cittadinanza emerge chiaramente come la norma tanto cara al Movimento 5 stelle abbia interessato in larga parte i cittadini del Sud diventando, di fatto, uno strumento assistenzialista. 

Il primo fattore che salta all’occhio è che la norma nelle grandi città come Roma e Milano non ha avuto molto successo. Nella capitale sono state accolte 32.905 domande, pari all’1,1 per cento della popolazione (2.900.000 il totale dei cittadini) mentre nel capoluogo lombardo l’asticella si è fermata a 16.700 domande pari all’1,2 per cento della popolazione (1.350.000). Niente a che vedere con i risultati di Afragola (Napoli) dove l’Inps ha dato il via libera a 3 mila domande, pari al 4,6 per cento della popolazione; o a Castel Volturno, Caserta (1.491 domande accolte, il 5,9 per cento del totale dei cittadini). Valori simili a Villa Literno, sempre in provincia di Caserta, con 679 domande pari al 5,6 per cento della popolazione.

Uscendo dalla Campania (dove i tassi di accoglienza delle richieste sono i più alti in assoluto) e passando alla Sicilia (seconda in classifica per domande accettate) i risultati non appaiono molto diversi. A Bagheria, poco fuori Palermo, è stato dato l’ok a 2.700 domande, il 4,9 per cento della cittadinanza. A Trabia, sempre nella provincia del capoluogo siciliano, altre 484 persone godranno del sussidio: il 4,9 per cento della popolazione.   

Su un totale, a oggi, di 875.003 domande accolte, dunque, 169.065 (ben il 19,3 per cento del totale) vengono dalla Campania, 155.173 (il 17,7) dalla Sicilia e 82.466 (il 9,4 del totale) dalla Puglia. Fuori dal podio troviamo, poi, Lazio (76.828 domande accolte, l’8,7 per cento) e Lombardia (68.428 richieste approvate, ossia il 7,8 per cento del totale). Queste due regioni sono trainate da Roma e Milano, percentualmente basse in relazione al numero di abitanti che hanno richiesto il reddito, ma, in termini assoluti, con i numeri tra più alti di tutto lo Stivale.

Seguono poi la Calabria con 60.912 domande accolte (il 6,9 per cento dei richiedenti), il Piemonte (48.595 richieste approvate, il 5,5) e la Sardegna (39.563, il 4,5). Quello che si nota è che la classifica finisce con Trentino Alto Adige (2.523 domande, lo 0,2 per cento del totale) e Valle d’Aosta (946 richieste, lo 0,1 per cento delle carte distribuite per avere il sussidio), regioni dove la percentuale di domande è molto bassa.

Ma quanto hanno percepito i richiedenti del reddito di cittadinanza? Su oltre 870 mila domande approvate, la stragrande maggioranza (181.379 persone), ha ottenuto un sussidio tra i 400 e i 500 euro. Segue la fascia, 83.383 persone, di chi percepisce tra 600 e 700 al mese e, subito dopo, ci sono coloro che ne ricevono tra 800 e 900 (78.568 persone). Praticamente a pari merito la fascia di chi ottiene tra 500 e 600 euro (64.528 richiedenti) e coloro che ne prendono tra 700 e 800 (64.273 individui).   

La distribuzione geografica del reddito di cittadinanza non appare dunque casuale. In regioni come la Campania, la Sicilia e la Puglia il costo della vita è assai diverso rispetto a chi vive in Lombardia, Valle d’Aosta o Trentino.   Appare chiaro dunque che, con 500 euro al mese in provincia di Palermo, abbiamo un potere d’acquisto ben più alto di chi percepisce la stessa cifra a Milano. Nel primo caso non si farà certo una vita da ricchi, ma si riuscirà almeno a pagare un affitto e a fare la spesa per l’acquisto di beni di prima necessità. Nel secondo, la cifra non basterebbe nemmeno per affittare un posto letto in periferia. E il ragionamento è ancora più evidente per chi è riuscito a spuntare un sussidio mensile più alto.

Detto in parole povere, al Sud il reddito di cittadinanza si è trasformato in un incentivo che non favorisce  la ricerca di un lavoro. Al contrario, al Nord, la ricerca di una occupazione è una scelta praticamente obbligata. Il costo della vita non permette di «tirare la carretta» solo con l’aiuto voluto dal Movimento 5 stelle. n

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