Mosca apre una base militare a Cipro
Epa/Michael Klimentyev/Ria Novosti Pool
Economia

Mosca apre una base militare a Cipro

La notizia, riportata da "Nota Diplomatica" dimostra che la politica delle sanzioni non serve. La prossima "preda" è Atene.

Sta rapidamente diventando una fonte imprescindibile di notizie e curiosità, eppure è nata come una semplicissima newsletter di un appassionato divoratore si giornali di tutto il mondo. Si tratta di “Nota Diplomatica”, che viene compilata da James Hansen, una vita passata tra uffici stampa e redazioni. L’ultimo numero di "Nota Diplomatica" riporta una notizia clamorosa riferita dall’organo di stampa russo “Sputnik news”. La Russia ha stretto un accordo militare con la parte greca di Cipro che fa parte a tutti gli effetti dell’Europa comunitaria. L’accordo consiste nell’apertura di una base per il rifornimento e la manutenzione delle navi da guerra di Mosca attive nel Mediterraneo. In cambio di questa opportunità la Russia ha posticipato di cinque anni il rimborso di un debito che Cipro ha nei suoi confronti di 2,5 miliardi di euro che il governo di Nicosia non potrebbe, comunque, onorare.

Ciò che è inquietante è il titolo che lo Sputnik News ha dato alla notizia: “Russia sigla accordo militare con Stato membro Ue”. Inquietante se si considerano le manovre di avvicinamento di Mosca alla Grecia che, in difficoltà a trovare un accordo con la Ue per il pagamento di 1,9 miliardi di euro di prestiti che scadono a marzo, potrebbe cedere alle sirene di Mosca che ha più volte, e pubblicamente, dichiarato di essere pronta a sostenere economicamente Atene.

Il caso cipriota deve, cioè, essere visto come uno dei passi della strategia russa di inglobare i Paesi economicamente più in difficoltà e, quando non riesce, di inglobarli militarmente, come nel caso dell’Ucraina. E questo significa anche che la politica delle sanzioni non ha sortita nessun effetto.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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