Le cinque peggiori banche del 2012
Economia

Le cinque peggiori banche del 2012

Tra scandali internazionali e indagini sulle manipolazioni dei tassi, ecco gli istituti finanziari che hanno fatto parlare di sé negli ultimi 12 mesi (quasi sempre in negativo)

Sono state le padrone dei mercati per molto tempo, ma sono finite sul banco degli imputati in pochi mesi. E' ciò che è accaduto  nel 2012 a non poche grandi banche internazionali , la cui reputazione è stata messa duramente a repentaglio da alcuni scandali di vasta portata, rimbalzati dalla Gran Bretagna all'Europa, per arrivare poi fino negli Stati Uniti e in Asia.

LO SCANDALO DEL LIBOR

Tra tutti i colossi della finanza mondiale, sono cinque quelli che hanno fatto parlare parlare maggiormente di sé, purtroppo in negativo, nell'anno che si sta per concludere. Il primo è senza dubbio il gruppo britannico Barclays (presente anche in Italia con 190 filiali e 180 negozi finanziari), che è finito nel mirino delle autorità giudiziarie e di vigilanza per lo scandalo Libor: il saggio sui prestiti interbancari fissato sulla piazza finanziaria di Londra, che è stato sapientemente “taroccato” dai maggiori istituti di credito internazionali.

LE INDAGINI SULL'EURIBOR

Barclays era in prima fila nelle manipolazioni e ha ammesso le proprie colpe, ingoiando due bocconi amari: le dimissioni dell'amministratore delegato, Bob Diamond, e il pagamento di una multa di 290 milioni di sterline. Il gruppo britannico, però, è in buona compagnia. Lo scandalo dei tassi interbancari, che sembra ormai destinato a estendersi all'Europa, coinvolge infatti altri nomi celebri della finanza mondiale.

ECCO COME AVVENIVANO LE MANIPOLAZIONI SUI TASSI

Uno di questi è  il colosso svizzero Ubs che, proprio per la vicenda Libor, ha appena subito una maxi-multa di 1,4 miliardi di franchi (1,16 miliardi di euro) e non ricorderà certo il 2012 come uno degli anni più gloriosi della sua storia. Stesso discorso per un altro grande gruppo bancario internazionale come Hsbc che, oltre a essere indagato per le manipolazioni sui tassi, ha dovuto pagare un'ammenda di ben 1,9miliardi di dollari alle autorità statunitensi, per liberarsi da un'accusa pesante: una grave carenza nei sistemi anti-riciclaggio dell'istituto, che hanno permesso ad alcune filiali del gruppo di avere rapporti con l'Iran e con le organizzazioni del narcotraffico sudamericane.

Nel 2012, è finito nella bufera anche il gruppo tedesco Deutsche Bank, già coinvolta nello scandalo Libor, che ora è anche al centro di un terremoto giudiziario in Germania, in un'inchiesta su una maxi-evasione fiscale legata alla compravendita di certificati ambientali. Tra gli indagati,c'è anche il co-presidente della banca, Juergen Fitschen. Senza dimenticare, poi, che la stessa Deutsche Bank è stata appena condannata per truffa dalla magistratura italiana (anche se farà ricorso in appello) in una vicenda molto più piccola: la vendita di prodotti derivati al Comune di Milano, che hanno aperto delle voragini nei bilanci municipali.

Tra i condannati dalla procura milanese (oltre a alle stesse Ubs e Deutsche Bank), c'è anche la casa d'affari statunitense Jp Morgan, altro colosso finanziario che ha avuto un 2012 tutt'altro che da incorniciare. E' dell'estate scorsa, infatti, la notizia di una maxi-perdita della banca americana per un valore di oltre 5 miliardi di euro, causata dalle scommesse sbagliate sui prodotti derivati. Dai tempi del crack di Lehman Brothers , sembra cambiato ben poco.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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