Mini-euro, un destino appeso alle decisioni della Fed
Economia

Mini-euro, un destino appeso alle decisioni della Fed

Secondo Goldman Sachs entro il 2017 la valuta europea potrebbe raggiungere la parità col dollaro. Se Janet Yellen lo consentirà

Mini-euro si, mini-euro no. Fino a ieri la caduta in picchiata della moneta unica era data per scontata (o quasi). Con frotte di economisti che si arrovellavano sui “pro” e sui “contro” di un simile deprezzamento. Del resto, come dargli torto. In primavera l’euro sfiorava ancora quota 1,40. A inizio settimana oscillava sull’1,26 ed entro Natale ci si aspettava un deciso 1,25. Ma poi giovedì 16 eccolo ritornare a quota 1,27. Una bizzarria da pre-fine settimana (chissà perché in finanza tutto il peggio succede di giovedì, o al più di lunedì…)? Al momento l’unica certezza è che l’economia Usa mostra ancora qualche segno di tensione con consumi e indice dei prezzi alla produzione al palo (rispettivamente: - 0,3% e 0,1% a settembre). E questo mal si sposa con le teorie del super dollaro. Almeno nel breve periodo.

Ergo: chi programmava nel giro di un paio di mesi fughe negli States per fare incetta di gadget a stelle e strisce a prezzi stracciati (rispetto a quanto costerebbero a casa nostra) può stare tranquillo. Conviene ancora. Ma, volendo essere seri, c’è da sperare che con l’anno nuovo la profezia di Goldman Sachs si avveri. Per la precisione: da quelle parti stimano che nel 2015 l’euro chiuderà a quota 1,15, nel 2016 si attesterà a 1,05 e nel 2017 raggiungerà addirittura la parità tonda tonda: 1:1.

E se così fosse, statene certi, sarebbe una gran bella notizia. Motivo: con l’apprezzamento del dollaro c’è il rischio concreto che l’euro-zona si rimetta in careggiata. E persino l’acciaccata Italia riveda il segno “più”. Un dato per tutti: stando all’ufficio studi di Confindustria il solo calo del 10% dell’euro sui bigliettoni verdi regalerebbe 20 miliardi di euro in tre anni al Pil italico (+1,3%). Niente male, se si pensa che chiuderemo il 2014 persino in negativo: -0,4%, unici nell’area G7 (dati Ocse). E pazienza se dovremo sborsare sei miliardi in più, euro più euro meno, per la storicamente esosissima bolletta energetica (e smaltire pure un po’ d’inflazione). Il saldo export-import sarebbe comunque stra-positivo. Il condizionale al momento resta d’obbligo. E molto dipenderà anche da quanto farà la Fed guidata da Janet Yellen. Per la “collega” Usa del capo della Bce Mario Draghi la chiusura della stagione degli stimoli monetari sembrava cosa fatta. Così come il progressivo aumento dei tassi d’interesse congelati da anni a quota 0-0,25%. Ma ora sono in pochi a mettere la mano sul fuoco su una simile manovra. Sempre a stretto di giro. Sia chiaro. Con l’anno nuovo tutto può cambiare e "The Sixteen Trillion Dollar Woman" (come la chiamò il Time sbandierando la sua prima intervista post elezione alla massima poltrona della Fed) potrebbe finalmente regalarci l’agognata ripresa (o ripresina).

Suggerimento a margine: chi può con l’anno nuovo potrebbe comunque scommettere una quota parte del proprio patrimonio sulle valute estere, bigliettoni verdi in primis. C’è il rischio che ci guadagni. Se Janet vorrà.

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Zornitza Kratchmarova

Il nome? È strano, d’accordo. Sono bulgara, ma vivo in Italia da sempre o quasi. Anche se la vita Oltrecortina me la ricordo bene. Essere un ibrido mi piace. Né bulgara né italiana. Credo che aiuti ad avere punti di vista diversi, forse più sfaccettati. Per il resto che dire… Sono laureata in Scienze Politiche alla Statale di Milano. Quello che apprezzo di più? La franchezza! Costi quello che costi! Nel lavoro e nella vita privata. Non fa differenza! Quindi? Siate franchi! Ditemi quello che pensate, scrivetemi, fatevi sentire. Nel bene e nel male! L’idea di questo blog è spiegare sigle astruse in un linguaggio semplice e per quanto possibile divertente. Vale lo stesso principio: scrivete! Datemi suggerimenti di ogni tipo! Fate commenti!

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