Walmart compie 50 anni. Ecco le dieci variabili del suo successo
Economia

Walmart compie 50 anni. Ecco le dieci variabili del suo successo

Dai prezzi bassi al Culto Walmart le chiavi di successo del colosso da 434 miliardi di business

Cinquant'anni fa, nel 1962, un ignaro Sam Walton aprì il primo Walmart a Rogers, nell'Arkansas. Un'inaugurazione destinata a stravolgere le abitudini dei consumatori di tutto il mondo. Perché in un paio di decenni si sarebbe affermato un modello di vendita completamente nuovo, quello del centro commerciale.

Per quanto gli shopping mall sembrino essere oggi destinati a scomparire o, nella migliore delle ipotesi, a reinventarsi di fronte a una rivoluzione dei consumi dettata dall'e-commerce, è indubbio che il successo dei 4.400 negozi Walmart abbia cambiato il mondo.

Puntando sulle "dieci variabili".

1) Prezzi bassi: un'idea insita nel dna di Sam Walton. Convinto che per avere successo gli sarebbe bastato vendere prodotti di uso comune a una maciata di dollari in meno rispetto ai concorrenti. Tutto l'anno, non soltanto nel periodo dei saldi.

2) Ampia offerta: la possibilità di vendere in un unico grande negozio più prodotti possibili, per velocizzare gli acquisti e fidelizzare il cliente.

3) Background uniforme per la vendita al dettaglio: creato allestendo centri commerciali più o meno uguali nella prima periferia delle metropoli e dei piccoli centri.

4) (Più o meno esplicito) disinteresse per le esigenze della forza lavoro: un'evoluzione legata alla necessità di mantenere i prezzi di vendita più bassi possibile e facilitata dall'opportunità di espansione ed esternalizzazione nei paesi in via di sviluppo.

5) Collaborazione con i fornitori: per informarli in tempo reale sull'andamento delle vendite e creare sempre più opportunità per ottimizzare i costi.

6) Promozione del "Culto Walmart": Sam Walton è riuscito a ispirare generazioni di manager e lavoratori. Anche dopo la sua morte, nel 1992.

7) Gestione influenzata dai dati: fondamentali per conoscere le abitudini dei consumatori e modificare le strategie aziendali.

8) Cultura del consumo superfluo: l'inevitabile conseguenza della stragia di Walmart di vendere più prodotti possibili a prezzi stracciati.

9) Sostenibilità: pensata come sinonimo di efficienza, per essere produttivi creando meno scarti e sprechi possibili. Una strategia non sempre apprezzata dagli ambientalisti.

10) Il potere del collegamento tra produttori e consumatori in ogni angolo del pianeta. Consolidato cavalcando l'onda della globalizzazione.

I numeri hanno dato ragione a Walton. Il suo impero gestisce oggi ha un giro d'affari di 434 miliardi di dollari, 4.400 negozi, 2,1 milioni di impiegati e 140 milioni di clienti alla settimana. E anche se il destino dell'e-commerce pare essere quello di stravolgere questo modello proprio come ha fatto Walmart col sistema di vendite al dettaglio ad esso precedente, la sua storica impresa resterà per sempre una delle più grandi novità che hanno plasmato l'America (e il mondo) negli ultimi cinquant'anni.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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