Vendite allo scoperto vietate: così la Consob vuol fermare gli speculatori
Economia

Vendite allo scoperto vietate: così la Consob vuol fermare gli speculatori

L'authority che vigila sui mercati ha vietato di scommettere sui ribassi dei titoli bancari e assicurativi per arginare i ribassi. Ma non è detto che ci riesca

Vietato scommettere sui ribassi. E' la parola d'ordine con cui la Consob , l'authority che vigila sui mercati finanziari, dalle ore 13 e 30 di ieri fino alle 18 di venerdì prossimo ha vietato qualsiasi operazione di vendita allo scoperto , una “sofisticata tecnica” con cui i trader di borsa cercano di guadagnare anche quando le quotazioni di un titolo sono in picchiata. E' una pratica speculativa che tanto piaceva ad Aldo Ravelli, l' Aldone ribassista, famoso agente di cambio milanese che fu il re di Piazza Affari nel primo dopoguerra e che era solito ripetere: “quando le borse salgono guadagnano tutti, quando invece scendono guadagnano solo i più bravi”.

I TITOLI AL RIPARO.

A dire il vero, la Consob non ha vietato le vendite allo scoperto su tutte le azioni di Piazza Affari ma soltanto quelle sui titoli di 29 società tra banche e compagnie assicurative , a cominciare dai big del listino Unicredit, IntesaSanapaolo e Generali. Un analogo provvedimento è stato adottato anche dalla Comision Nacional del Mercado de Valores, la Consob spagnola, sui titoli finanziari quotati borsa di Madrid. Entrambe le authority hanno lo stesso intento: arginare i ribassi delle azioni bancarie e assicurative che oggi sono al centro della tempesta, poiché hanno i bilanci in sofferenza e le casse piene di titoli di stato, i cui prezzi stanno colando a picco a causa dei timori di un imminente crack di Eurolandia.

COME SI SPECULA SUI RIBASSI.

Chi effettua un’ operazione allo scoperto, vende ad altri investitori un'azione (o un altro strumento finanziario) anche senza averlo a disposizione nel portafoglio. A prestarglielo, infatti, è una banca o un intermediario che ne chiede la restituzione a una determinata scadenza, dilazionata nel tempo. Chi opera con questa modalità, dunque, scommette di solito sui ribassi delle borse: vende oggi un titolo perché lo ritiene sopravvalutato e lo ricompra domani (per restituirlo alla banca che glielo ha dato in prestito) quando i prezzi si sono ormai sgonfiati. Si tratta dunque di una pratica  speculativa che, non di rado, viene messa in atto anche con strumenti finanziari complessi come i prodotti derivati.

UTILITA' DUBBIA.

Molti operatori, però, sono un po' scettici sulla reale efficacia delle misure adottate dalla Consob. “Si tratta di un provvedimento un po' tardivo, che probabilmente placherà per un po' la speculazione, ma non servirà certo a superare tutti i problemi”, dice Vincenzo Longo, analista del broker britannico IgMarkets. Secondo Longo, infatti, i ribassi dei titoli bancari e assicurativi sono soltanto il riflesso di una questione ben più ampia che riguarda la pioggia di vendite che sta avvenendo sul mercato dei titoli di stato italiani e spagnoli. E' lì, secondo Longo, che bisogna agire se si vuole risollevare davvero le sorti del sistema finanziario europeo, adottando anche misure radicali come il ricorso alla barriera anti-spread da parte dell'Italia.

Scettico sull'efficacia della decisione della Consob è anche Erasmo Paolella, analista tecnico della società di consulenza finanziaria indipendente Jc&Associati. Di provvedimenti simili a quello adottato ieri, in trent'anni di carriera Paolella ne ha visti già almeno 6 o 7, fin dai tempi dell'invasione dell'Iraq da parte di Saddam Hussein. “E' difficile pensare che queste decisioni possano servire davvero a qualcosa”, dice Paolella, “magari riescono ad attenuare un po' gli scossoni ribassisti nel brevissimo periodo, ma non certamente a invertire il trend negativo dei listini”.

PARCO BUOI IN FUGA.

I ribassi degli ultimi giorni, infatti, secondo l'analista di Jc&Associati non sono dovuti tanto alla speculazione,  quanto  piuttosto alle paure del “parco buoi”, cioè la folta schiera di investitori privati e  gestori di patrimoni piccoli e grandi, che si stanno ritirando dal mercato sull'onda dei timori per le sorti di Eurolandia. “Come al solito, si sono svegliati un po' tardi”, dice Paolella, “e ora rischiano di perdersi il prossimo rimbalzo dei listini, che potrebbe verificarsi entro l'autunno ”. Oggi come 30 anni fa, insomma, per l'analista di Jc&Associati in borsa si assiste sempre allo stesso spettacolo: quando gli indici scendono, guadagnano soltanto i più furbi.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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