Titoli di stato, quei Bot sempre più avari
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Economia

Titoli di stato, quei Bot sempre più avari

Dopo l'ultima asta, i Buoni del Tesoro semestrali rendono poco più di mezzo punto su base annua. Per guadagnare di più, bisogna allungare le scadenze, aumentando però anche il rischio

Un rendimento dello 0,59% su base annua, contro lo 0,82% di dicembre. E' il tasso garantito dai Bot (Buoni ordinari del Tesoro) collocati oggi con un'asta che si è rivelata indubbiamente un successo: le richieste di titoli hanno infatti raggiunto un volume di ben 12 miliardi di euro, contro un'offerta del valore complessivo di 8 miliardi.

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Gli investitori internazionali mostrano dunque molta fiducia nel debito pubblico italiano e sono disposti ad acquistare i nostri titoli di stato, anche se offrono ormai dei rendimenti ridotti al lumicino. Chi ha destinato 10mila euro ai Bot a sei mesi collocati oggi, per esempio, riceverà circa 22-23 euro di interessi in un semestre, che scendono a circa 20 euro al netto delle tasse, quasi una manciata di spiccioli.

Per ottenere dei rendimenti più corposi, chi investe nei titoli di stato italiani deve indirizzarsi necessariamente verso le emissioni di durata medio-lunga, come i Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) a 5 o 10 anni. I titoli con scadenza nel febbraio 2019, per esempio, oggi rendono poco meno del 2% al netto delle tasse. I Btp che verranno rimborsati nella primavera del 2024, invece, garantiscono un interesse netto attorno al 3,3%. Non va dimenticato, però, che le obbligazioni con una vita residua molto lunga sono anche quelle più rischiose, perché subiscono consistenti oscillazioni nei prezzi, non appena si verifica qualche turbolenza su mercato.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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