Start up: perché falliscono e nove segreti per avere successo
Economia

Start up: perché falliscono e nove segreti per avere successo

Dopo una lunga serie di errori, Kurt Theobald ce l’ha fatta e condivide la sua ricetta con gli aspiranti imprenditori

Kurt Theobald è il fondatore di Classy Llama , una società che fornisce pianificazione strategica, ottimizzazione e gestione di tutte le operazioni dietro le quinte per i servizi di e-commerce. Classy Llama figura nella classifica 2013 stilata da Inc  delle 500 imprese tecnologiche che crescono più velocemente. Per Theobald, è la sua undicesima start up. Le precedenti dieci, lanciate negli ultimi cinque anni, non ce l’hanno fatta, ma questa volta, finalmente, il giovane imprenditore si trova per le mani un’impresa da tre milioni di dollari. Intervistato da Forbes , svela i nove passi che portano al successo. Il primo riguarda la dicotomia fra l’approccio opportunistico e quello strategico, ma uno dei due è destinato all’insuccesso. “Invece di comprendere quali erano le mie competenze, ho inseguito qualsiasi idea che sembrava interessante, ma non mi sono mai mosso strategicamente in proposito e questo ha portato al fallimento”, osserva l’imprenditore. Regola numero due: fallire va bene, ma non troppo in fretta. “Accettare il fatto che un’idea non funzioni deve essere bilanciato da tenacia e determinazione”. Infatti, non avrebbe senso smettere di scavare quando si è a un passo da una vena d’oro.

Il terzo suggerimento è trovare la propria formula, prima di sviluppare l’impresa. “Ogni business che arriva al successo, lo fa perché l’imprenditore ha trovato la propria ricetta e poi l’ha fatta crescere, mentre chi si preoccupa di far crescere il business senza aver messo a punto la formula è destinato al fallimento”, prosegue Theobald. Regola numero quattro: sapere se si è un imprenditore oppure no. “Non c’è una via di mezzo. Un imprenditore è colui che se cade, si rialza”, sintetizza Theobald. Cinque: bisogna avere dentro un perché. Gli imprenditori di successo hanno dentro di sé una ragione profonda per cui fanno le cose e questa ragione, secondo Theobald, non è semplicemente la voglia di fare soldi. Sesto: ricordarsi che non è una questione personale. “Il grande cambiamento per me è arrivato appena ho smesso di cercare di fare le cose per me e quando ho cominciato a farle per cambiare la vita delle altre persone”. Se uno vuole veramente farcela, inoltre, deve applicare la lezione numero sette: cedere il controllo. “Il controllo è pericoloso, perché può diventare un’ossessione. In realtà, si ha più controllo se si affida il controllo ad altre persone, perché l’unica cosa su cui si deve aver controllo è la visione”. Otto: focalizzarsi sull’efficacia, perché i soldi non sono tutto. “Far crescere il business significa beneficiare di una fetta più grande della torta”, osserva l’imprenditore. Infine, il nono suggerimento: “Se stai facendo le cose sbagliate, cambia il modo di farle. La realtà non cede sotto la nostra ostinazione, se le cose non funzionano, vuole dire che la strada non è quella giusta”. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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