Spagna: bene l'asta dei bond. Ma l'Europa soffrirà ancora a lungo
Economia

Spagna: bene l'asta dei bond. Ma l'Europa soffrirà ancora a lungo

Parla Giuseppe Ferraguto, economista della Bocconi: “la crisi del Vecchio Continente non finirà mai senza un impegno illimitato della Bce nel sostegno ai debiti sovrani”

Un risultato migliore delle attese, ma con molti punti interrogativi. Si è chiusa così l'asta odierna deititoli di stato spagnoli con scadenza tra 12 e 18 mesi, collocati sul mercato per un valore complessivo di 3 miliardi di euro. La domanda di bond (pari a 3,04 miliardi) è stata fortunatamente superiore all'offerta, ma i tassi pagati dal governo di Madrid si sono purtroppo impennati, toccando il 5% circa,  con una crescita di 2 punti rispetto alle precedenti aste di maggio.

Intanto, in barba alle rassicurazioni di Bruxelles e Francofrorte sul prossimo salvataggio delle banche iberiche , anche lo spread tra il Bund tedesco e le obbligazioni governative spagnole con scadenza decennale continua a rimanere alle stelle, cioè attorno ai 550 punti base (5,5%). Ciò significa che il tesoro di Madrid, per finanziarsi a 10 anni, deve pagare ogni 12 mesi un interesse attorno al 7%.

“E' un livello altissimo, che la Spagna non potrà permettersi di sostenere ancora per molto tempo”, dice Giuseppe Ferraguto , docente di economia internazionale della Bocconi, che da tempo indica una sola strada per salvare Eurolandia; l'intervento illimitato della Bce a sostegno dei titoli di stato di tutto il continente.

Dunque, rispetto a qualche mese fa, non ha cambiato idea?

Direi che prima di tutto non l'hanno cambiata i mercati finanziari. Le elezioni greche hanno avuto un esito pro-euro e Bruxelles ha annunciato un piano di salvataggio delle banche spagnole. Eppure, lo spread continua a rimanere altissimo.

Per quale ragione?

Perché l'Europa continua ad andare avanti con la politica degli annunci o con le misure tampone. Si proclama la volontà di fare riforme strutturali che, tuttavia, richiedono tempo per essere attuate. Intanto,  però, le piazze finanziarie vorrebbero vedere provvedimenti urgenti.  

Quali?

Quello di cui c'è bisogno è chiaro da tempo: un intervento illimitato della Banca Centrale Europea a sostegno dei titoli di stato dei paesi periferici, dalla Grecia al Portogallo, fino alla Spagna e all'Italia.

Da sola la Spagna non ce la può fare?

Con i tassi d'interesse al 7,credo proprio di no. La Spagna è un paese già in grave difficoltà, cioè in piena recessione e con un livello di disoccupazione oltre il 20%. E' impensabile che possa mettere in atto altre politiche di austerity, che sarebbero un rimedio peggiore del male.

Perché il risultato delle elezioni greche non ha portato un po' di ottimismo sui mercati?

Per una ragione molto semplice: anche se ad Atene c'è ora una maggioranza filo-europeista, non bisogna credere che la Grecia sia  pronta a digerire tutti diktat che le verranno imposti da Bruxelles. Il nuovo governo ellenico farà pressione per rinegoziare i piani di riduzione del deficit, visto che hanno creato soltanto problemi.

E allora, come andrà a finire?

Bella domanda. Credo che il governo greco potrebbe decidere di mettere l'Europa e la Bce di fronte alle loro responsabilità.

In che senso?

Semplicemente dicendo chiaramente una cosa: la Grecia vuole rimanere nell'area euro ma non ce la fa a reggere ancora queste politiche economiche lacrime e sangue.

A quel punto, che succederà?

Le autorità del Vecchio Continente dovranno decidere se aiutare davvero la Grecia, senza umiliarla, oppure mandala fuori dall'Unione Monetaria: una cosa che però, almeno sulla carta, non possono fare.

Con questa logica, però, non  c'è il rischio di finire nel caos?

Può darsi. Tuttavia credo che ci voglia davvero un evento traumatico per convincere l'Europa e la Germania a muoversi con decisione.

Quale, per esempio?

Una  vera e propria fuga di capitali dalla Grecia, che in parte è già iniziata, seguita da una reazione a catena anche in atri paesi periferici. Di fronte alla gente che fa la fila in banca per togliere tutti i soldi dal conto corrente, la Bce non avrà più scusanti per non intervenire.

Perché?

Perché il compito della Banca Centrale Europea è anche e soprattutto quello di preservare la stabilità finanziaria in tutta l'Unione Monetaria. Draghi non potrà rimanere indifferente di fronte al rischio di un caos nel mercato dei capitali, qualunque sia la posizione della Germania e dei rappresentanti tedeschi all'interno della Bce.

Secondo la Merkel, però, molti governi europei sono stati in passato troppo spendaccioni e ora devono mettersi in riga. Non crede che la cancelliera abbia anche qualche ragione?

Posso essere d'accordo in linea di principio, nel caso di alcune nazioni come la Grecia. Ma la situazione di Madrid è la dimostrazione che le attuali politiche dell'Europa sono sbagliate. Fino al 2007, infatti, la Spagna aveva dei conti pubblici eccellenti, con un avanzo di bilancio e un debito ben inferiore a quello della Germania. Sono state la bolla immobiliare e la crisi economica, aggravata dalle politiche di austerity, a metterla in ginocchio. Altro che governi spendaccioni.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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