Sorgenia, un’azienda molto poco "green"
Economia

Sorgenia, un’azienda molto poco "green"

Conti in rosso, debiti, multe. Ma il vero problema è che il business non si fa con le cosiddette energie pulite

La Sorgenia non se la passa bene. Il bilancio 2012 ha segnato un fatturato in crescita a quota 2,5 miliardi di euro (dai precedenti 2,1) ma anche un’esplosione delle perdite, che sono state di 196,8 milioni rispetto a un utile di 15 nel 2011. I debiti sono stabili a 1,8 miliardi. Il primo semestre del 2013 va pure peggio: in soli 180 giorni la società è riuscita ad accumulare perdite per 206,3 milioni. I motivi che hanno causato il rosso del 2012 e del primo semestre di quest’anno sono tre: alto costo del gas proveniente dalla Libia (compreso quello che la società deve ritirare in base a uno specifico contratto); svalutazioni causate dalla crisi economica (pari a 143,3 milioni nel 2012); drastico calo degli incentivi pubblici ai produttori di energia da fonti rinnovabili.

Purtroppo non si può sapere quanti soldi pubblici (prelevati dalle bollette di tutti gli italiani che accendono la luce anche se non hanno un contratto con la Sorgenia) finiscono nella società di Rodolfo De Benedetti, perché queste informazioni sono in possesso del Gse (società pubblica) che non li rilascia per motivi di privacy. In proposito, ci sono solo due dati che si possono ricavare dal bilancio della Sorgenia: il primo è che, a causa del calo degli incentivi pubblici, è stata costretta a una svalutazione di 64 milioni. Il secondo è che nel corso del 2012 la produzione di certificati verdi (titoli rappresentativi di energia verde incentivata) è stata di 175.954 unità.

Ma il bilancio non comunica a che prezzo sono stati venduti e quindi non dice quanti soldi pubblici ha incassato. Il problema di Sorgenia è che, nonostante l’immagine di azienda «green», produce pochissimo con sistemi puliti: i ricavi dell’energia verde sono stati, nel 2012, pari ad appena 37 milioni (78 nel 2011). Significa che mentre tutti gli altri produttori energetici diversificavano le fonti puntando su materiali poco costosi o incentivati (carbone, import, verde) la Sorgenia si è concentrata sul gas vendendo tutte le sue attività «green» (nel 2012 10 parchi fotovoltaici), con il risultato che ormai produce energia elettrica costosissima che le riesce difficilissimo vendere.

Al punto che oggi la società rappresenta il vero, enorme problema del gruppo Cir. La Sorgenia ha anche avuto qualche problema con l’Autorità per l’energia elettrica e del gas, che nel 2006 l’ha multata per due volte: 200 mila euro (non ancora definitivi) per non aver prodotto documenti che l’autorità aveva richiesto riguardo ai suoi contratti di approvvigionamento di gas naturale e 900 mila per aver violato obblighi di legge relativi allo stoccaggio di gas (multa poi annullata in seguito a ricorso della società). L’ultima sanzione è del 2010: 240 mila euro per scarsa trasparenza nelle bollette che inviava ai suoi clienti (anch'essa annulata in seguito al ricorso della società).

Leggi Panorama on line

I più letti

avatar-icon

Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

Read More