E se... scontrini e fatture fossero deducibili l’evasione fiscale sarebbe vinta?
Economia

E se... scontrini e fatture fossero deducibili l’evasione fiscale sarebbe vinta?

Secondo l’esperienza maturata in molti altri paesi occidentali, il conflitto d’interessi tra acquirente e venditore ha dato quasi sempre risultati negativi. Perché non soltanto l’evasione fiscale non è stata battuta, ma sono aumentati i costi burocratici e amministrativi

Fra gli strumenti considerati utili per combattere l’evasione, oltre alla necessità di inasprire i controlli e un adeguato sistema sanzionatorio, molti indicano la possibilità di mettere in competizione gli interessi: da una parte quello di chi offre o vende il servizio, dall’altra quello di chi lo acquista, nel sistema del cosiddetto «contrasto d’interessi». Nei paesi che hanno adottato questa strategia, però, i risultati sono stati negativi. In Turchia, a Cipro nord, in Bolivia e in Grecia non solo l’evasione fiscale non è stata debellata, rimanendo a livelli molto elevati, ma ha prodotto un forte incremento dei costi burocratici e amministrativi. In altre parole, il contrasto di interessi si è rivelato un sistema tanto costoso quanto fallimentare.

Nei paesi avanzati come Usa, Germania e Francia, dove si dice che è possibile «scaricare tutto», se si va a guardare meglio si scopre che le cose non stanno proprio così: in queste nazioni i contribuenti non possono dedurre ogni spesa; vi sono precise regole che disciplinano i meccanismi di deducibilità di determinate spese dal reddito, ovvero che consentono di ridurre le imposte con apposite detrazioni. E nei paesi avanzati, compresa l’Italia, la natura degli sconti riconosciuti dal fisco è abbastanza simile.

Nessuno vuole mettere la testa sotto la sabbia, nessuno può negare l’evidenza, e cioè che in Italia esiste una parte di economia sommersa che rende tutto più difficile; ma è altrettanto pericoloso pensare che di fronte a problemi di evasione che sono altrettanto chiaramente trasversali ci sia un’unica soluzione. Applicare questo criterio senza considerare i fallimenti già registrati altrove, e senza tenere conto della particolare situazione italiana, significa andare incontro a nuovi guai. Il contrasto di interessi in molti frangenti sarebbe inadeguato, in altri dannoso, in tutti i casi farebbe aumentare gli adempimenti e i costi burocratici.

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Giuseppe Bortolussi

Segretario della Cgia (artigiani) di Mestre

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