Le professioni digitali più richieste e le differenze di retribuzione tra paesi
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Economia

Le professioni digitali più richieste e le differenze di retribuzione tra paesi

Quali profili richiede il mercato digitale e come cambiano gli stipendi da paese a paese

Le professioni legate al mondo digitale sembrano avere una marcia in più rispetto agli altri settori. I nuovi strumenti tecnologici legati al web permettono di penetrare in mercati prima difficilmente esplorabili e le aziende non si stanno facendo sfuggire l’occasione; in questa situazione vengono richieste figure sempre più specializzate in grado di mettere in condizione i brand di competere con il mercato globale.

La rapida e costante evoluzione del comparto vede inoltre la nascita di nuovi profili professionali e il nostro paese si sta muovendo bene tenendo il passo delle eccellenze (Stati Uniti e UK).

Parlando con Fabrizio Travaglini, Director di Page Personnel , realtà specializzata nella ricerca e selezione di personale qualificato che ha analizzato il mercato delle professioni digitali, sono emersi numerosi spunti che da una parte confermano alcuni trend ben conosciuti come, ad esempio, la diversità di retribuzione tra paesi - e che purtroppo vede spesso l’Italia agli ultimi posti - e dall’altra mettono in evidenza quali sono i settori maggiormente in fermento.

Quali sono nel nostro paese le “figure digitali” più richieste e quali prospettive hanno?

Tra le figure tecniche si posizionano ai primi posti gli sviluppatori mobile e gli sviluppatori web. Le figure nel settore mobile sono molto richieste, è un mercato giovane pertanto i professionisti preparati sono pochi. Il mercato web è maggiormente consolidato ma offre ancora molte opportunità di lavoro.

Dall’altra parte, tra le figure business, gli specialisti in e-commerce e gli account advertising mobile e web sono i più richiesti. Il mobile advertising è un mercato giovane e in Italia i professionisti preparati sono pochi mentre l’e-commerce è un settore che esiste già da diversi anni, è esploso in tanti settori da pochi anni ed è in costante crescita; qui sono molte le richieste e le figure preparate.

Quali sono le figure più richieste all'estero?

Quello digitale è un mercato globalizzato e in continua evoluzione, nascono nuove figure professionali con l’evolversi delle tecnologie con cadenza semestrale. L’Italia in questo business, anche se con qualche mese di ritardo, è allineata al resto del mondo. Lo "spirito digitale" è più sviluppato negli Stati Uniti e Londra, seguono i restanti paesi EU e dell’Asia, dove l’abitudine all’acquisto on-line è diffuso da un numero maggiore di anni.

Esistono differenze tra preparazione professionale delle figure italiane ed estere?

Nei paesi anglosassoni, chi studia tecnologia ha la possibilità di mettere subito in pratica e di fare esperienza in progetti reali, quindi si arriva più giovani a dei livelli di know how strutturati. In Italia c’è un gap temporale ma nel medio periodo la qualità dei nostri professionisti non ha nulla da invidiare ai colleghi stranieri.

Come cambiano le retribuzioni tra un paese e l'altro a parità di ruolo?

Le retribuzioni e le tassazioni cambiano sensibilmente da paese a paese. In Europa i paesi con le retribuzioni in media più basse, soprattutto per la fascia giovane, sono in Italia e in Spagna; in Germania e in UK le retribuzioni di partenza sono le più alte.

Per fare degli esempi, la retribuzione (annua lorda) della figura dell’e-commerce specialist vede una differenza macroscopica tra Italia e Germania, circa il doppio in favore dei tedeschi, sia per chi ricopre la posizione a inizio carriera sia per chi ha già maturato diversi anni di esperienza. Il gap diminuisce, almeno nei primi anni di lavoro, in confronto al Regno Unito ma il divario aumenta nettamente con l’aumentare dell’esperienza (4-6 anni). Anche la Francia mantiene standard retributivi in media maggiori rispetto all’Italia ma con indici minori, per poi avvicinarci alle cifre della Spagna.

Oltre ad essere mediamente bassi, gli stipendi italiani vedono un incremento molto contenuto tra la fase di avvio alla professione e l’esperienza maturata, fatto che contribuisce a mantenere uno standard tra i più bassi. Questo è anche dovuto al fatto che all’estero, e soprattutto in UK, c’è una maggiore propensione al cambiamento da un’azienda all’altra che comporta un maggior rischio e di conseguenza un maggior premio.

Quali sono gli scenari futuri a livello occupazionale e quali nuove figure si stanno affacciando?

Quello legato al digitale è stato e resta uno dei business con maggiore evoluzione e crescita. Le figure professionali emergenti (nei prossimi mesi) sono quelle appartenenti al mobile advertising e in generale lo saranno sempre di più le figure legate ai New Media (Web TV, Tablet, Dinamic Digital Signage).

Quali consigli per i giovani rispetto a questo mercato?

Il settore viene guidato da un comune denominatore: la passione. Quindi è utile studiare e specializzarsi, ma è molto importante l’esperienza sul campo e la voglia di sperimentare. Per quanto riguarda le figure tecniche, sicuramente per chi riesce a portare a termine una laurea in informatica o in ingegneria informatica, le prospettive sono molto positive anche in Italia. Per le figure business si consiglia una laurea in materie economiche e un master di specializzazione in ambito digital/web.

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

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