Pensioni, cosa cambia dal 2014
Economia

Pensioni, cosa cambia dal 2014

Gli assegni sopra i tremila saranno bloccati mentre crescerà ancora l'età di congedo dal lavoro

Blocco delle pensioni superiori a 3mila euro. E' la misura preannunciata dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini , che vuole risparmiare così qualche milione di euro da utilizzare per provvedimenti di solidarietà sociale. Gli assegni dell'Inps pari a 6 volte il trattamento minimo (circa 3mila euro lordi al mese, appunto) nel 2014 non verranno dunque aumentati in base all'inflazione, come invece dovrebbe avvenire di regola (anche se il governo Monti, in via temporanea per un biennio, fino a dicembre 2013, ha sospeso la rivalutazione di tutte le rendite sopra i 1.443 euro). Il blocco delle pensioni più alte non è però l'unica novità in arrivo dal prossimo anno in materia previdenziale. Da gennaio, verranno infatti innalzate anche le soglie d'età per mettersi a riposo, secondo la tabella di marcia stabilita a fine 2011 dalla riforma Fornero. Ecco, nel dettaglio, tutti i cambiamenti in vista.

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IL BLOCCO DEGLI ASSEGNI

Per calcolare quanto costerà ai pensionati la mancata rivalutazione delle pensioni, bisognerà aspettare i dati definitivi sull'inflazione del 2013. Nei primi 8 mesi dell'anno, l'aumento dei prezzi si è attestato attorno all'1,5%. Nell'ipotesi che resti su tali livelli fino a gennaio, i pensionati con un assegno pari a 6 volte il minimo dovranno dunque rinunciare a una crescita della loro rendita di un punto e mezzo percentuale. Su un importo lordo di 3mila euro, la mancata rivalutazione sarebbe dunque di circa 40-45 euro lordi al mese e poco più di 25 euro al netto delle tasse.

PENSIONE DI VECCHIAIA

Cambiano, seppur di poco, le regole per accedere alla pensione di vecchiaia, che matura al raggiungimento di una determinata soglia di età, indipendentemente dai contributi versati (anche se è necessario comunque un minimo di 20 anni di carriera). Per le donne lavoratrici dipendenti del settore privato, l'età minima per avere l'assegno di vecchiaia crescerà da gennaio 2014 di ben un anno e mezzo: da 62 anni e 3 mesi a 63 anni e 9 mesi. Per le lavoratrici autonome, invece, la soglia anagrafica minima si innalzerà di un anno: da 63 anni e 9 mesi a 64 anni e 9 mesi. Restano invece invariati fino al 31 dicembre 2015 i requisiti di anzianità per gli uomini e per le donne dipendenti pubbliche: 66 anni e 3 mesi.

PENSIONE ANTICIPATA

Salirà di un mese (sia per gli uomini che per le donne) l'anzianità minima per avere la pensione anticipata, cioè quella che matura dopo un certo numero di anni di carriera, indipendentemente dall'età. Da gennaio prossimo, gli uomini potranno mettersi a riposo con 42 anni e 6 mesi di contributi versati (contro i 42 anni e 5 mesi previsti nel 2013) mentre le donne, sempre dal 2014 in poi, dovranno avere alle spalle almeno 41 anni e mezzo di carriera (contro i 41 anni e 5 mesi di quest'anno). Non va dimenticato, però, che per la pensione anticipata sono previste comunque delle penalizzazioni a carico di chi sceglie di ritirarsi dal lavoro prima dei 60-62 anni di età. In particolare, l'assegno viene tagliato dell'1% per ogni anno che separa il pensionato dal raggiungimento dei 62 anni e di ben il 2% per ogni anno che precede il compimento dei 60 anni.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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