Montepaschi, se salta la cedola
Economia

Montepaschi, se salta la cedola

Senza aumento di capitale, il Montepaschi non pagherà la cedola agli obbligazionisti. Prima lezione in Italia delle nuove regole Ue

Al ministero dell’Economia, Giulio Tremonti teneva sulla scrivania che fu di Quintino Sella un barattolo della Cirio per ricordare una delle vicende più funeste per i risparmiatori italiani. Forse Fabrizio Saccomanni dovrebbe iniziare a fare qualcosa di simile con il simbolo del Monte dei Paschi di Siena .

Teniamo a mente questa sigla: Mps Upper Tier 2 2008-2018. Sono obbligazioni del Monte per un valore di 1,6 miliardi di euro che, per la parte retail, sono state sottoscritte da quasi 40 mila persone. Dopo che la fondazione ha bocciato l’aumento di capitale, il presidente Alessandro Profumo l’ha detto chiaro: se non si riesce a ricreare un consorzio di garanzia per l’aumento entro maggio, salterà il pagamento della cedola.

Non è certo un caso di default come quello di Cirio o di Parmalat, ma le conseguenze a livello di sistema potrebbero essere molto pesanti perché, per la prima volta, i risparmiatori italiani si rendono conto che, con la nuova filosofia di Bruxelles, quando una banca deve chiedere aiuto sono chiamati a pagare anche gli obbligazionisti. Qualche cedola nei mesi scorsi era già saltata (Mps Capital Trust 2; Antonveneta Capital Trust 1; Antonveneta Capital Trust 2), ma erano titoli in portafoglio a investitori istituzionali, mentre adesso rischiano i privati. E basta dare un’occhiata ai blog di finanza e risparmio per capire la preoccupazione anche di chi ha sottoscritto obbligazioni di altre banche (gli italiani ne hanno in portafoglio per oltre 300 miliardi di euro).

Il commissario europeo alla Concorrenza Joaquín Almunia aveva invitato Saccomanni e Profumo a ridurre «quanto più legalmente possibile» le cedole corrisposte ai possessori di titoli subordinati. È una delle questioni su cui si era impuntato, rimandando al mittente la prima versione del piano. Se ora Profumo dovesse dare le dimissioni e l’aumento di capitale incontrasse seri ostacoli, Saccomanni sarebbe costretto a tornare a Bruxelles con una sola certezza: non ci sarà nessun atteggiamento di comprensione né tantomeno di condiscendenza. Non bussate a quella porta.

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Martino Cavalli