Microsoft, la prima mossa di Satya Nadella è Office per iPad
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Economia

Microsoft, la prima mossa di Satya Nadella è Office per iPad

Arriva l'attesa app per il tablet Apple. La strategia del nuovo Ceo è portare l'esperienza targata Redmond su ogni dispositivo

Per capire che qualcosa sta succedendo in casa Microsoft basta partire da un’evidenza: il titolo, a Wall Street, nei giorni scorsi ha sfondato il muro dei 40 dollari. Non succedeva dal 2000, da 14 anni esatti. Un’eternità. E non è soltanto la ventata di ottimismo in borsa a dimostrare che soffia un vento nuovo a Redmond. Il Ceo Satya Nadella, subentrato a uno Steve Ballmer sempre più ai margini, ha capito che cambiare rotta non significa soltanto presentare un altro tablet, la generazione successiva di una console, un sistema operativo stabile e stracarico di funzioni non proprio tutte utili. Occorre piuttosto abbandonare la logica dell’isolamento, dell'oltranzismo. Ragionare all’interno di un sistema che riconosce l’esistenza dei concorrenti. Che li cita esplicitamente, li chiama per nome.  

Non può che leggersi così l’annuncio di stasera (stamattina secondo il fuso di San Francisco) dell’arrivo su iTunes di Office per iPad. Grande assente finora nel negozio digitale della Apple, sostituito alla meno peggio da cloni vari, prerogativa glorificata del grande incompreso Surface. E non può non fare notizia il fatto che Nadella abbia deciso di far coincidere la sua prima uscita pubblica, il suo primissimo discorso alla stampa, con un’applicazione per il dispositivo principe della mela morsicata. Settimana prossima tornerà a salire sul palco per parlare di Windows. Avrebbe potuto semplicemente invertire l’ordine degli appuntamenti. Invece, ha preferito battezzare in questo modo il nuovo corso.

Un nuovo corso in cui Julia White, general manager di Office, può accostare nella stessa frase le parole «Samsung» e «Android» senza essere licenziata in tronco in diretta. Oppure scandire: «Il mio iPhone». In passato sarebbe sembrato un’eresia, una bestemmia, un harakiri in streaming il fatto che un executive della Microsoft non avesse un telefono con Windows Phone a bordo, meglio ancora un Nokia Lumia ultima serie. Invece adesso salta ogni tabù. Si riconosce, si esplicita che il mondo tecnologico è ben più vasto di quanto Microsoft si ostinava, comprensibilmente ma un po’ ciecamente, a rappresentare. E che per restare o tornare grandi è opportuno buttarsi nell’oceano, non rimanere a nuotare in cerchio nel proprio lago.

Ecco allora la sorridente e visibilmente emozionata White che apre un documento sull’iPad usando la funzione anteprima e, incredibile, con un ritardo di quattro anni (il primo tablet della mela è del 2010) realizza l’impensabile: che grafici, disegni, animazioni, si vedono malissimo. La resa è da pugno nell'occhio. Insomma, non è più tempo di fare finta di nulla. Arriva Office, con un’interfaccia che conosciamo a memoria e abbiamo imparato ad apprezzare altrove. I menu sono quelli che ci sono familiari, c’è la possibilità di contribuire in contemporanea allo stesso documento. Ci sono Word, Excel, Power Point, il meglio della suite è al gran completo. Poi mostra una serie di applicazioni su una macchina Android di Samsung, perfette per le aziende che vogliono consentire ai dipendenti di utilizzare i loro dispositivi. Microsoft è già lì, forse non lo avevano sottolineato abbastanza tra un annuncio per la Xbox One e un altro su un cambio di nome dei servizi nella nuvola.    

Torna sul palco Nadella, annoda i fili del ragionamento. L’approccio è olistico. La sfida, ormai evidente, è essere presenti su ogni dispositivo. Non importa la nazionalità del produttore: coreano, giapponese, americano della costa opposta. Cupertino, sei la benvenuta. Robottino verde, sali a bordo pure tu. Microsoft è cambiata. Nemmeno Satya Nadella è più lo stesso. In una vecchia foto porta un paio di occhiali quasi trasparenti. Ha un gilet e una camicia blu con il colletto troppo grande. Ordinario, ordinato. Per la sua prima uscita pubblica c'è la montatura vistosa e fighetta delle foto ufficiali, indossa una polo a maniche corte, con impunture sulle maniche e le tasche, un tocco bicolore sul colletto in tinta con i bottoni. L’immagine perfetta di chi sceglie sfumature casual per non prendersi troppo sul serio. Di chi ha capito che con il rigore, con le strategie inamidate, si rimane inevitabilmente indietro.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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