Aumento Iva, le cinque cose da sapere
Economia

Aumento Iva, le cinque cose da sapere

Dai beni che costeranno di più alle ripercussioni sulle tasche dei consumatori, pari in media a 88 euro. E poi c’è il paradosso della benzina

Puntuali da oggi sono scattati gli aumenti dei prezzi di tutti i prodotti soggetti all’aliquota Iva del 21% che dalla mezzanotte è passata al 22%. Come noto infatti, la crisi di governo apertasi in questi giorni, non ha permesso all'esecutivo di mettere in campo le misure necessarie ad uno slittamento, almeno fino alla fine dell’anno, del programmato incremento dell’imposta sui consumi. E allora andiamo a vedere quali sono le cose che consumatori e imprese dovranno tenere bene a mente con l’entrata in vigore del nuovo regime fiscale.

Commercianti e Agenzia delle entrate
Per quanto riguarda commercianti ed esercenti, l’improvviso aumento dell'Iva, che era stato escluso fino a qualche giorno fa, potrebbe creare difficoltà sul fronte dell’aggiornamento dei listini già a partire da oggi. In questo senso l’Agenzia delle Entrate ha però chiarito che, qualora nella fase di prima applicazione della nuova aliquota, ragioni di ordine tecnico impediscano di adeguare in modo rapido i software per la fatturazione e i misuratori fiscali, gli operatori potranno regolarizzare le fatture eventualmente emesse e i corrispettivi annotati in modo non corretto effettuando la variazione in aumento. Inoltre, la regolarizzazione, secondo quanto comunicato dalla stessa Agenzia delle Entrate “non comporterà alcuna sanzione se la maggiore imposta collegata all’aumento dell’aliquota verrà comunque versata entro i termini fissati”.

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Beni con prezzi in crescita
Importante poi, sul fronte dei consumatori, ricordare che gli aumenti di prezzo non riguarderanno tutti i beni, anche se si tratta comunque di una fetta consistente di prodotti. Si andrà dalle automobili ai televisori, dai computer agli elettrodomestici, dai giocattoli agli articoli sportivi. E poi ancora dall’abbigliamento alle calzature fino a profumi, cosmetici e detersivi. Per quello che riguarda invece il settore alimentare, la stragrande maggioranza dei beni non subirà ripercussioni, visto che ad essi si applicano le aliquote più basse del 4 e del 10%. Gli unici prodotti commestibili che risentiranno dell’aliquota superiore del 22% saranno il vino, liquori e superalcolici, bevande gassate, succhi di frutta e caffè. Infine una notazione di carattere generale: sarà bene, per evitare abusi e truffe, segnalare alle autorità competenti eventuali aumenti indiscriminati dei prezzi. Nessun commerciante infatti dovrebbe approfittare di questa situazione per appesantire senza ragione i propri prezzi al dettaglio.

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Il paradosso della benzina
Una notazione del tutto particolare la meritano i carburanti. Benzina e diesel subiranno infatti aumenti dell’ordine di 1,4-1,5 centesimi al litro a causa della nuova aliquota Iva. Un rincaro che però risulta inferiore di quello che ci sarebbe stato in caso di slittamento dell’aumento dell’Iva, che sarebbe stato coperto, come già preannunciato dal governo, conun rialzo delle accise di 2 centesimi. Il tutto senza contare che da gennaio 2014 sarebbe poi comunque scattato l’aumento dell’Iva, che si sarebbe andato ad aggiungere ai due centesimi di accise, che come accade sempre con i carburanti, una volta applicate non vengono mai più tolte. Dunque, nella disgrazia dell’aumento dell’Iva, agli automobilisti tutto sommato è andata anche bene.

CARBURANTI, IL PESO DELL'IVA

Le ripercussioni sui consumatori
Sono fioccate in queste ore le stime su quelle che saranno le ripercussioni dell’aumento dell’Iva sulle tasche dei consumatori. Secondo la Coldiretti, ad esempio, nel primo giorno di applicazione l’aumento dell’aliquota al 22% è già costato circa 10 milioni di euro alle famiglie italiane. Entrando ancora di più nello specifico, la Cgia di Mestre ha calcolato che dovranno essere messi in conto aumenti di spesa per le famiglie pari mediamente a circa 88 euro. Il tutto permetterà di generare in questo scorcio di 2013 un gettito aggiuntivo di circa un miliardo di euro, che diventeranno 4,2 nel corso di tutto il prossimo 2014.

Governo futuro e possibili dietrofront
Al momento non c’è nessuna certezza su quella che sarà la sorte del governo Letta e neanche se dopo di esso si andrà alle elezioni oppure entrerà in carica una nuova compagine ministeriale. In ogni caso è quasi da escludere del tutto che un futuro presidente del Consiglio possa decidere di abolireuna tassa entrata in vigore da pochi giorni. Sono dunque davvero minime le speranze di vedere rientrare l’aumento dell’Iva andato a regime da oggi. Anche perché i nostri conti pubblici virano sempre al rosso, e qualsiasi entrata fiscale è sempre più che benaccetta. Difficile dunque pensare che si torni indietro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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