Irpef: chi la paga e quanto fa incassare allo stato, l'imposta che verrà tagliata da Renzi
Franco Silvi/Ansa
Economia

Irpef: chi la paga e quanto fa incassare allo stato, l'imposta che verrà tagliata da Renzi

Ecco un identikit del prelievo che rosicchia i salari degli italiani e che il governo ha deciso di abbassare

La decisione del governo è ormai vicina. Nel consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, l'esecutivo guidato da Matteo Renzi proporrà un consistente taglio dell'irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche) pagata dai lavoratori dipendenti. L'obiettivo è far crescere i salari e stimolare i consumi, abbassando di un po' il cuneo fiscale, cioè il peso delle tasse sulle buste paga.

IL GOVERNO RENZI E GLI AUMENTI IN BUSTA PAGA

Per mettere un po' di soldi in più nelle tasche delle famiglie, Renzi ha scelto proprio di agire sull'irpef che, va ricordato, è la principale fonte di ricavi per le casse dello stato. Il gettito dell'imposta è infatti di circa 150 miliardi di euro all'anno, contro i 90-100 miliardi dell'iva, i 33-35 miliardi dell'irap e i 30 miliardi circa dellIres, cioè l'imposta sui redditi societari. L'irpef fu introdotta per la prima volta nel nostro paese nel 1974, seguendo in ritardo un modello già adottato in altre nazioni industrializzate. Lo scopo era di creare una comprehensive income tax, cioè una tassa che colpisse tutti i redditi a disposizione del contribuente, tenendo conto del suo tenore di vita complessivo, in una logica di equità.

Oltre a essere un imposta onnicomprensiva (almeno in teoria) l'irpef è anche un'imposta progressiva, cioè funziona per scaglioni. Man mano che aumenta il reddito dichiarato, l'aliquota della tassazione sale gradualmente, per far pagare di più a chi guadagna di più. Esempio: sui redditi fino a 15mila euro il prelievo irpef è del 23% e sale al 27% per la parte di reddito compresa tra 15mila e 28mila euro. Oltre questa soglia, l'imposizione cresce al 38% e così via fino all'ultimo scaglione, fissato sopra i 75mila euro. La quota di reddito che supera quest'ultimo importo, viene tassata con l'aliquota massima del 43%.

I REDDITI ESCLUSI

A distanza di 40 anni dalla nascita dell'irpef, si può dire però che questa imposta è ben lungi dall'essere realmente un prelievo onnicomprensivo che colpisce tutti i guadagni personali del contribuente. In realtà, i più tartassati sono i redditi da pensione e da lavoro (in particolare quello dipendente) che, non a caso, contribuiscono a ben il 78% del gettito totale dell'imposta, attraverso il prelievo alla fonte nelle buste paga o negli assegni Inps. Sono infatti esenti dall'irpef le rendite finanziarie, come gli interessi dei conti correnti, i dividendi azionari, le cedole delle obbligazioni o i guadagni dei fondi comuni d'investimento, tutti soggetti a una trattenuta alla fonte del 20% (12,5% solo per i titoli di stato).

Sono invece tassabili con l'irpef le rendite catastali degli immobili (ma la prima casa è esente) e le rendite da affitto che, nel caso degli immobili residenziali, possono però essere sottoposte (a discrezione del contribuente) alla cosiddetta cedolare secca, cioè a un prelievo fisso del 21% e del 15% per le locazioni a canone concordato.

CLASSE MEDIA TARTASSATA

L'irpef, insomma, è un' imposta pagata per lo più da chi lavora o da chi è in pensione mentre cosiddetti rentier, cioè i nostri connazionali che possono permettersi il lusso di vivere di rendita, contribuiscono in misura marginale al gettito. Tra gli italiani che presentano la dichiarazione dei redditi, oltre il 93% ha un reddito imponibile irpef sotto i 40mila euro annui e il 66% circa non supera i 20mila. Circa la metà dei contribuenti, per un totale di oltre 20 milioni di persone, non arriva neppure a 15mila euro di imponibile annuo. La quota maggiore di gettito è garantita però dalla classe media, cioè da chi guadagna tra 35mila e 70mila euro ogni 12 mesi. In questa fascia di reddito, infatti, si concentra oltre un quarto degli incassi totali dell'irpef, per una cifra di circa 37 miliardi di euro.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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