Irpef e detrazioni: cosa dice la bozza del decreto
Maurizio Brambatti/Ansa
Economia

Irpef e detrazioni: cosa dice la bozza del decreto

Tra anticipazioni e smentite, sta per arrivare l'atteso aumento in busta paga. Benefici maggiori (fino a 75-80 euro), per i redditi tra 17mila e 24mila euro annui

Indiscrezioni, smentite e ipotesi. Sono quelle che si stanno rincorrendo in queste ore, riguardo al nuovo decreto sull'irpef del governo, che abbasserà le tasse sui salari e farà crescere di qualche decina di euro al mese le buste paga dei lavoratori dipendenti.

IRPEF E AUMENTO DEI SALARI, COSA C'E' DA SAPERE

Da ieri, circolano indiscrezioni sulla bozza del decreto, anticipata da diversi organi di stampa. Come già preannunciato nelle settimane scorse, per far crescere gli stipendi l'esecutivo aumenterà le detrazioni irpef per lavoro dipendente, cioè gli sconti fiscali che vengono riconosciuti ogni anno ai contribuenti, in maniera forfettaria. Se aumentano le detrazioni, ovviamente, diminuiscono le tasse sui salari e cresce l'ammontare dello stipendio. Attualmente, i lavoratori subordinati hanno diritto a uno sconto sull'irpef che raggiunge l'importo massimo di 1.880 euro per chi guadagna 8mila euro all'anno e diminuisce all'ammontare dei compensi dichiarati, fino ad annullarsi completamente sopra la soglia di reddito di 55mila euro lordi.

COSA CAMBIA PER I LAVORATORI

Con l'ipotesi di riforma allo studio dei tecnici del ministero, il sistema delle detrazioni dovrebbe essere rivisto con un meccanismo abbastanza complesso, che farà aumentare gli sconti fiscali per chi guadagna fino a 28mila euro lordi annui, mentre i redditi di importo superiore non avranno alcun beneficio. La crescita maggiore delle buste paga dovrebbe però concentrarsi sulle retribuzioni comprese tra 17mila e 25mila euro, che corrispondono a uno stipendio netto mensile tra 1.100 e 1.500 euro circa. Per questa fascia di retribuzioni, l'aumento dovrebbe essere attorno ai 75-80 euro al mese. Per chi guadagna tra 8mila e 13mila euro, invece, si prevede una crescita del salario attorno a 50-60 euro. Stesso discorso per la fascia di reddito tra 25mila e 28mila euro lordi annui, cioè poco più di 1.500-1.600 euro netti.

IL BONUS PER GLI INCAPIENTI

Come ha preannunciato il premier Renzi, ci sarà anche un bonus per gli incapienti, cioè per quei lavoratori che già oggi non pagano neppure un euro di irpef sullo stipendio, perché guadagnano pochissimo o perché hanno molti familiari a carico e beneficiano di altre detrazioni. Per queste categorie di contribuenti, verrà liquidato dai datori di lavoro una sorta di bonus sulla busta paga per un importo che, al momento, viene stimato tra i 20 e i 40 euro al mese. Le aziende dovrebbero poi recuperare le somme liquidate, nel momento in cui versano l'irpef trattenuta sulle buste paga degli altri dipendenti. Il presidente del consiglio ha invece smentito via twitter le ipotesi appena circolate di un massiccio taglio delle detrazioni per i redditi superiori a 55mila euro annui, corrispondenti a 2.800 euro netti al mese. Nelle ultime ore, si era infatti ipotizzata una revisione degli sconti fiscali concessi a tutti i contribuenti (anche a quelli che guadagnano di più) per alcune categorie di spese oggi detraibili come gli interessi passivi dei mutui e i premi delle polizze sulla vita. Palazzo Chigi ha però detto che si tratta di voci prive di fondamento e ha inviato ad aspettare il testo definitivo del decreto sull'irpef, previsto per domani. Fra poco più 24 ore, dunque, si saprà finalmente come il governo Renzi vuol far crescere le buste paga e di quanto.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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