Imu, e ora scatta l’allarme per rialzi di Iva e accise
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Imu, e ora scatta l’allarme per rialzi di Iva e accise

Il governo potrebbe aumentare acconti e imposte su energia e alcolici per coprire la seconda rata della tassa sugli immobili

Non c’è pace per l’Imu, anzi, la querelle che si è scatenata intorno alla completa copertura della seconda rata della tassa sugli immobili per le prime case sta diventando un vero rompicapo. Con tutto quello che ne consegue in termini di immagine e di consenso per il governo. E’ per questo che a Palazzo Chigi in queste ore non si parla d’altro che delle risorse da reperire per fare fronte al buco di circa 150-200 milioni di euro che si verrebbe a creare con la totale abolizione del secondo versamento dell’Imu per tutti i proprietari di abitazione principale.

IMU, UN CASO CHIAMATO "SECONDA RATA"

Il concetto che arrovella il premier Enrico Letta in fondo è semplice: abbiamo trovato la copertura per circa 4 miliardi e ora ci perdiamo per strada per soli 200 milioni. Eppure, sembra proprio che non si riesca a trovare il bandolo della matassa. Tagli infatti non è più possibile farne, o per lo meno, di proporzioni tali che possano dare effetti tangibili nel giro di qualche settimana. E allora, all’orizzonte si staglia ancora una volta minacciosa l’ombra di possibili aumenti di altre imposte. Una scelta che purtroppo sarebbe ancora una volta una sorta di gioco delle tre carte: si diminuisce, o meglio si abolisce una tassa, aumentandone delle altre. Un gioco che per i contribuenti ovviamente alla fine, sul lungo periodo, risulterà a somma zero, e addio dunque ai possibili benefici che si dovevano avere proprio dal taglio dell’Imu.

TUTTE LE NUOVE TASSE SULLA CASA

Tra le opzioni su cui si discute in queste ore infatti, c’è innanzitutto un aumento degli acconti fiscali. Solo che avendo agito già pesantemente su Ires e Irap, ora non resta che far cadere la scure sull’Iva. E così l’acconto del prossimo 27 dicembre, già fissato all’88%, potrebbe salire di qualche punto. Un’idea questa che però al ministero dell’Economia per il momento rigettano con forza, e che potrebbe essere considerata una sorta di ultima spiaggia. Più realistici a questo punto appaiono invece le proposte che mirerebbero ad aumentare le accise su gas, energia e alcolici. Ancora una volta dunque ad essere colpiti sarebbero tutti i piccoli consumatori, che in particolare vedrebbero crescere le proprie bollette energetiche, in un Paese come l’Italia in cui il costo dell’energia raggiunge già livelli nettamente superiori rispetto ad altre realtà europee.

IMPOSTE COMUNALI, IN ARRIVO UNA STANGATA

Lo scenario che si presenta ai contribuenti non promette nulla di buono dunque. Anche perché a fronte dell’abolizione dell’Imu, che sarebbe però un’una tantum valida solo per questo 2013, ci potremmo ritrovare a fare i conti con aumenti, seppur minimi, di accise e imposte, che dovremo sopportare per chissà quanti anni. Un caso emblematico in questo senso è rappresentato dalla benzina: ogni volta che per motivi straordinari, si è deciso l’aumento delle accise, non si è mai più provveduto poi ad abbassarle una volta passata l’emergenza. E così oggi ci ritroviamo a pagare imposte sui carburanti adottate per avvenimenti catastrofici, come terremoti, che si perdono nella notte dei tempi. Chissà che non accada lo stesso per l’Imu, e magari tra anni e anni, ci ritroveremo a pagare accise su consumi energetici risalenti proprio a quel lontano e sciagurato 2013 in cui si decise in maniera confusa di abolire la tassa sugli immobili. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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