Grecia, il grande malato europeo non è ancora guarito
Economia

Grecia, il grande malato europeo non è ancora guarito

Lo scorso fine settimana Atene ha superato il test con la Troika. Adesso però viene il difficile. Da qui a settembre la strada è irta di ostacoli. Ecco quali sono

UPDATE: Nella notte tra il 7 e l'8 agosto l'agenzia di rating Standard&Poor's ha bocciato le previsioni sulla Grecia (outlook) declassandole da "stabili" a "negative". Secondo l'agenzia di rating, il piano di tagli da 11,5 miliardi previsti dal governo di Atene per il biennio 2013-2014 non sarà sufficiente e il Paese dovrà chiedere nuovi aiuti alla Ue e al Fmi. Il prodotto interno lordo greco, ha aggiunto Standard&Poor's, rischia di crollare dell'11% nel 2013. Ecco le sfide che ha ancora la Grecia davanti a sé.

È in Spagna che sotto la canicola d’agosto brucia forte la crisi del debito. Ma non dimentichiamoci che quell’incendio che vuole inghiottire l’Europa della moneta unica è stato appiccato altrove: sulle sponde dell’Egeo. Ad Atene dove, sorpresa, qualcosa adesso si muove. La Cenerentola d’Europa ha passato il test della Troika.

Lo scorso fine settimana i rappresentanti della Commissione europea, della Bce e del Fondo Monetario Internazionale sono tornati dove ha avuto inizio, per vederci chiaro. Hanno trovato un Paese che deve intensificare i suoi sforzi politici, ma che è sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi fissati.

Da qui a settembre il percorso resta irto di ostacoli. Per almeno tre motivi:

1) la Grecia deve effettuare nuovi tagli da 11,5 miliardi di euro

2) deve trovare i fondi per un bond da 3,1 miliardi in scadenza il prossimo 20 agosto

3) deve affrontare le richieste dei creditori internazionali. Solo dopo (forse) si potrà tirare il fiato.

Al termine della missione nella capitale ellenica, i commissari europei hanno definito proficui i colloqui sulla realizzazione del programma di consolidamento fiscale, quello lacrime e sangue, che Atene ha dovuto accettare in cambio dei prestiti internazionali. Fermarsi alle apparenze però sarebbe fatale. Da qui a fine mese la Grecia dovrà lavorare senza soste. Per sbloccare il pagamento della prossima tranche di aiuti da 31 miliardi di euro, la cui erogazione è programmata a settembre, quando torneranno Poul Thomsen, capo missione dell'Fmi per la Grecia e i suoi, il governo dovrà confezionare un nuovo pacchetto di tagli.

Verranno chiesti ai greci in nome dell’austerità qualcosa come altri 11,5 miliardi di sacrifici. Secondo le anticipazioni del settimanale To Vima circa 6 miliardi dovrebbero interessare i salari pubblici e i sussidi sociali. Potrebbe essere innalzata anche l'età pensionabile a 66 anni, forse 67 nel 2015, dagli attuali 65. Anche se il ministro delle Finanze greco, Yannis Stournaras, gioca a fare l’equilibrista - vorrebbe soddisfare sia le richieste dei creditori internazionali sia quelle del Pasok e di Sinistra democratica - c’è poco da ragionarci sopra. Il 20 agosto prossimo scade un bond ellenico da 3,1 miliardi di euro. E Atene se temporeggia ancora, rischia di arrivarci con le tasche vuote.

Il bond è detenuto dalla Bce, ma questo non cambia di una virgola la sostanza. Per gli analisti in realtà è possibile che la scadenza sia rinviata fino a settembre, cioè fino all'erogazione della tranche di aiuti associata alla prossima missione della Troika. Francoforte ha tra l’altro approvato giovedì scorso un piano di finanziamenti di emergenza da 4 miliardi, in modo tale che le banche elleniche avranno i fondi necessari a comprare i nuovi titoli di Stato emessi da Atene. La situazione non sarà comunque ancora fluida perché da disinnescare restano le richieste dei creditori internazionali.

Non ultimo oggi il primo ministro, Antonis Samaras incontrerà il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, e il capo della Sinistra Democratica, Fotis Kouvelis. Discuteranno degli ostacoli legali alla vendita di asset di proprietà dello Stato. Poi ripercorrendo le orme di Mario Monti il 22 agosto vedrà Jean-Claude Juncker, il presidente dell'Eurogruppo; il 24 agosto volerà a Berlino dal cancelliere tedesco Angela Merkel e il 25 agosto a Parigi dal presidente francese Francois Hollande.

Anche questa volta l'operazione simpatia in giro per il Vecchio Continente non è una missione facile. In fondo la Grecia non ha niente da perdere, ma solo da guadagnare in termini di credibilità da questo tour de force. E se ad Atene riuscirà il colpaccio, sarà soprattutto quel che resta oggi dell'Europa unita a dire grazie.

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